Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

• zioni di una opinione pubblica infastidita dal pesante predominio della D.C., nel capoluogo lo stesso effetto è nato dalle stesse cause, attraverso la relativamente articolata disponibilità di quadri socialisti; e se i frutti sono stati minori, ragione ne è, evidentemente, che nel capoluogo si era imposta ·una ben più massiccia ed efficace presenza comunista. Distaccate dal nucleo basso-molisano e da quello di Campobasso, vivono nel Molise altre oasi socialiste; ma esse non mutano il ·quadro delle componenti del P.S.I. in questa provincia, se non in quanto pongono con maggiore rilievo il problema della sua espansione nella zona a struttura sociale più difficile, con agricoltura e piccola proprietà di montagna e con un orientamento politico in larghissima maggioranza co-nservatore-confessionali- ·stico. Problema di soluzione tanto più difficile, in quanto, se in tutta questa zona il P.S.I. è assai debole, esso è poi addirittura assente in Isernia, Venafro, Baiano, Agnone, Riccia: i centri maggiori dell'Alto Molise, nei quali il Partito raccoglie sì e no l'l % dei voti. Non meno grave di quella molisana è la situazione in cui versa il P.S.I. in provincia di Benevento. Qui il Partito si organizzò dopo la Liberazione intorno a due noti professionisti del capoluogo, gli avv. Raffaele Tibaldi e Enrico Rossi, giunti al socialismo dopo un breve periodo di ge~erico antifascismo durante gli ultimi tempi della guerra. Rimaneva così fuori del Partito quella che era la tradizione socialista di maggior rilievo del periodo prefascista e che faceva capo all'allora ancora vivente on. Luigi Basile, riformista bissolatiano di tinta assai smorta e spiegabilmente incapace di assuefarsi ad un socialismo. di tono diverso quale quello dell'immediato dopoguerra. Ciononostante, tenuto conto del tradizionale assoluto predominio democristiano e liberale nella provincia, le elezioni del '46 conse~tirono al P.S.l.U.P. un modesto successo, che si concretò in 9.074 voti; pari al 6,3 % dei suffragi. Già all'indomani di queste elezioni si aveva, però, nel capoluogo una frattura scaturita da dissensi e rivalità, fra il Rossi e il Tibaldi, che portarono il primo fuori del Partito. Si ebbe quindi, nell'imminenza delle << amministrative» dell'autunno del '46, una rentrée della famiglia Basile in campo socialista. Il secessionista Tibaldi, insieme col figlio del vecchio deputato riformista, l'avv. Antonio Basile, e col fratello di lui Adolfo, grosso commerciante di cuoiami, nonchè con qualche altra caratteristica e notoria figura della vita politica locale, quale il libraio e massone Ettore Tomaselli, formava una lista, alla quale fu dato il nome di << Socialismo Riformista ». A questa (mentre il P.S.I.U.P. entrava con P.C.I., P.R.1. e P. d'A. in un Blocco del Popolo) andarono più di 1000 voti (1'8,1 %) e 3 seggi al Consiglio Comunale. L'anno seguente lo stesso avv. Tibaldi fondava a Benevento la Sezione del P.S.L.I.; e al nuovo partito, uscendo dal vecchio, aderiva. ~nche l'avv. Ismaele De Ciampis, di Morcone, nipote di quell'Ovidio [55] Bibloteca Gino Bfanco

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