specialmente il pr~f. Di Muzio, quella più larga parte della piccola borghesia di Campoba~so che non trova la sua espressione nella posizione e nelle tendenze dell'avv. Mancini ha un suo più adeguato esponente nel tipo incarnato dall'avv. Pistilli. Questi, invero, ha avuto finora una carriera politica alquanto obbediente ad ispirazioni trasformistiche e a contingenti p;reoccupazioni. Passato dalla Democrazia del Lavoro al P.R.I., vi si distinse per i suoi contrasti con i locali esponenti repubblicani, i quali, al contrario di lui, perseguivano tendenze organizzative non personalistiche e politicamente non disdegnavano nel '47 l'alleanza di socialisti e comunisti. Nel 1948, infine, fu candidato all'ultimo momento nella lista del Fronte Popolare, come indipendente di sinistra, senza che neppure si fosse dimesso dal P.R.I., dal quale non aveva potuto ottenere in lista la posizione che desiderava e dal quale fu perciò espulso. Avendo successivamente aderito al P.S.I., è stato eletto poi consigliere provinciale. Ma non è tutto questo, naturalmente, a rendere caratteristica la sua figura; bensì un vuoto giacobinismo radicaleggiante, che si risolve in sostanziale qualunquismo. Nessuna via migliore, com'è noto, per agire su alcuni ambienti urbani di provincia. D'altra parte, come abbiamo detto, c'è in Campobasso una base socialista sindacale e popolare, specialmente fra postelegrafonici, ferrovieri, st~- tali, artigiani e pensionati. L'esponente di questa base è il ricordato conse- . gretario della Camera del Lavoro, rag. Andrea Gianfagna. Di modesta famiglia, il Gianfagna è un diligente e preparato sindacalista, che, per l'opera svolta in tale qualità, avrebbe potuto giovare anche più di quanto ha fatto al Partito, se questo fosse stato in grado- di seguirne e appoggiarne l'azione. Politicamente, il Gianfagna è un uomo, per dire cosi, di rottura, per il quale, pur nell'ammissione dell'opportunità di uno sganciamento elettorale fra i due partiti di sinistra, la loro unità ideologica e politica è questione, prima che di una scelta, di una vocazione rivoluzionaria. Vocazione corroborata tanto da un viaggio effettuato in Russia, alcuni anni or sono, con una delegazione sindacale, quanto dall'aver frequentato uno dei corsi per funzionari di Camera del Lavoro organizzati dalla C.G.I.L. a Grottaferrata e dall'assimilazione del sommario bagaglio culturale quivi impartito. Naturalmente, se il Gianfagna è espressione della base popolare-sindacale del P.S.I. a Campobasso, ciò non va inteso nel senso di un assoluto rispecchiamento reciproco in fatto di orientamento politico, ma piuttosto nel senso che il Gianfagna, essendo l'unico ad avere un contatto quotidiano con questa base in ragione del suo lavoro, è stato ed è l'elemento più in grado di comprenderla e, al momento, di influenzarla. Questa .essendone la fisionomia, si capisce come anche a Campobasso il P.S.I. abbia nel '53 .superato, e sia pure di meno che a Termoli, le posizioni del '46 (da 1141 a 1344 voti). Se nella seconda cittadina ha, infatti, giocato il dinamismo del Campopiano, pronto a raccogliere e a secondare le rea- [54] • Bibloteca Gino Bianco
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