elezioni amministrative, nei << Comitati di Rinascita » e in tutti gli altri organismi affini. In tal modo il P. S. I. ha potuto continuare a costituire~ specialmente nei capoluoghi di provincia, un elemento della tematica politica locale, anche nel periodo più grigio delle sue fortune nazionali in questo· dopoguerra. Senonchè è appunto nella ripresa nazionale del Partito che emerge più sensibile nella zona presa in esame l'inconsistenza della forza socialista che,. al lume di quanto abbiamo detto, va riportata alla incapacità dei. dirigenti locali di elaborare uno spontaneo ed adeguato contributo di temi di lotta e di inserire una operante presenza dei socialisti nel rivolgimento politico che· i comunisti hanno promosso e guidato. Incapacità alla quale, come non poteva portar rimedio la forza delle deboli e non sufficientemente qualificate tradizioni socialiste locali, cosi era destinata a dare aggravio maggiore la parabola discendente in cui incorreva il Partito in tutto ,il Paese negli anni fra il '47 e il '51, e la serie delle scissioni e lotte intestine, che agironofortemente anche su scala locale. Delle tre provincie quella di Campobasso è certamente per il P. S. I. quella relativamente più forte dal punto di vista elettorale, così come è quella meglio organizzata; ed è inoltre quella che può vantare un minimo di per- ► sonale politico all'altezza della situazione. Alle elezioni per la Costituente il Partito riportò nella provincia 15.489 voti, pari all'8,4 % dei suffragi, superando nettamente i comunisti, cui andarono solo 10.502 voti. Era questo il frutto della popolarità di cui il Partito godette negli anni immediatamente seguenti alla fine della guerra. Di vive tradizioni socialiste nella provincia non c'era traccia; nel capoluogo quasi tutto si riassumeva nella persona dell'avv. Domenico Mancini, il quale peraltro non sembrava aver mantenuto· in periodo fascista un contegno intransigente, e comunque fu nel dopoguerra soltanto il segretario della locale sezione. Si aggiunga che gruppi di tradizione socialista con altri di tendenze anarchiche, vive la prima e le seconde specialmente nel Basso Molise, passarono assai per tempo al P. C. I., che gettò fra essi le basi della sua organizzazione provinciale. Notevole, comunque, nella votazione del '46 è anche, oltre il maggior numero dei suffragi conseguiti rispetto a quelli comunisti, il fatto che i voti socialisti non si raccogliessero (come ora accade e come vedremo più oltre) per il 25 % nei due soli comuni di Campobasso e di Termoli, i quali, infatti, dettero allora solo il 10 % dei voti provinciali del P. S. I. U. P. In altri termini, il Partito poteva inizialmente contare su una base di diffusione territoriale molto meno ristret-· ta dell'attuale. Così come poteva contare, specialmente nel capoluogo, sulla presenza vivace e dinamizzante di un ceto intellettuale abbastanza numeroso. Ma il periodo successivo, con la scissione e col venir meno dell'atmosfera più vivace dell'immediato dopoguerra, doveva ben presto mostrare su quali [50] · Bibloteca Gino Bianco ' \
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