della coscienza politica del Paese si manifestasse anche qui e che il Partito Socialista ne beneficiasse notevolmente alle elezioni del 2 giugno. Nè quei fattori hanno impedito in seguito al Partito Comunista di svol- _gere anche qui la sua opera di penetrazione e di rottura dei vecchi schemi politico-sociali, acquistandovi un peso, che, se non è pari a quello acquistato in altre provincie meridionali, è pur sempre ragguardevole. In realtà, la .depressione socialista in questa zona non si spiega fuori dell'organismo nel \quale essa si è prodotta; e sarà bene, intanto, fissarne almeno approssimativamente la portata. La percentuale dei voti raccolti dal Partito il 7 giugno 1953 può essere un buon punto di parte11za: essa fu del 5,2 % a Campobasso e discese sotto il 5 % a Benevento (4,7 %) e ad Avellino (4,1 %), toccando -così i minimi nazionali, ove si escludano le provincie di Lecce (4,8 %) e Messina (4 %), che peraltro sono inserite in realtà regionali diverse e non formano un insieme continuo di territorio cosi notevole e per molti riguardi •omogeneo. La distribuzione di questa forza elettorale è poi tale da aggravare ancor più la situazio11e. Solo in 20 Comuni dei 136 della provincia di Campobasso, in 18 dei 75 di quella di Benevento e in 22 dei 118 di quella di Avellino, e cioè in 60 Comuni su 329, il P. S. I. superò nel '53 i cento voti. In 103 ·Comuni sui 329 delle tre provincie esso non raggiunse i 10 voti, in sei non riportò alcun voto e in centosessanta restò fra i dieci e i cento voti. Si aggiunga, infine, che i 28.545 voti complessivamente riportati allora in queste provincie dal P. S. l. furono raccolti (come vedremo) per più della metà, oltre <he nei tre capoluoghi, in alcune zone ben definite e di limitata estensione; e ci sarà chiaro innanzi agli occhi il quadro di quella che abbiamo chiamata << depressione socialista~ in queste provincie, una buona metà del cui territorio ignora del tutto il P. S. I., come istanza politica e come organizzazione. La gravità di questa situazione sarebbe naturalmente tale da impedire ,del tutto al P. S. I., salvo casi sporadici, una qualsiasi partecipazione alla vita locale. Se ciò non avviene e il Partito è in qualche misura presente, e lo è stato anche per il passato, nell'offensiva intrapresa dalla sinistra contro la locale reazione clerico-agraria e nelle lotte di queste popolazioni che, assai spesso per la prima volta, si sono levate ad assumere una propria fisionomia, evadendo dal tradizionale clientelismo e paternalismo; questo è indubbiamente uri frutto dello schema frontista che i comunisti hanno imposto alla loro azione nel Mezzogiorno, ed è anche un frutto della larghezza di vedute con la quale essi hanno attuato finora questo schema. Vale a dire che non solo i comunisti hanno prestato alle parallele organizzazioni socialiste i suggerimenti e gli aiuti che caso per caso hanno potuto dare; non solo se le sono portate quasi sempre a rimorchio nelle loro campagne e nelle loro iniziative, ma per di più (ed è forse quello che maggiormente ha contato) hanno ,quasi sempre fatta larga parte agli alleati socialisti nelle liste comuni per le [49] Bibloteca Gino Bianco
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