Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

« cle~icali »; comunque sembra rendersi conto cl1e l'attuale equilibrio politico tarantino è tanto precario da far ritenere mature nuove soluzioni. Più convinto sostenitore della politica un~taria con i comunisti sembra il vice-sindaco Giancane. Quarantacinquenne, funzionario di un ufficio tributario, tanto più anticlericale in quanto a suo tempo giunse fin sulle soglie del sacerdozio. Sul piano nazionale il Giancane sembra propenso ad accettare la posizione di Lombardi; su quello locale egli è anzitutto il vice-sindaco di una amministrazio·ne socialcomunista: pertanto non può eh.e sperare nella riconferma della Giunta uscente, piuttosto che porsi il problema di una giunta socialista con la D.C. L'altro esponente di p,rovenienza azionista è il Co-nte che fu, durante il periodo clandestino, in contatto con i gruppi di Giustizia e Libertà. Quarar1taduenne, impiegato dell'Amministrazione militare, successore di Bogoni alla segreteria provinciale dopo il 18 aprile e dopo il Congresso di Genova, il Conte aderisce anche oggi alle tesi di Lombardi, ma ritiene che nella situazione tarantina gli stretti rapporti con i comunisti siano resi necessari dalla esigenza di difendere le libertà nei luoghi di lavoro, specie in quelli che dipendono dall'Amministrazione militare. Questo però non costituirebbe un serio ostacolo al dialogo con le masse cattoliche, sulle cui possibilità, in sede locale e nazionale, il Conte sembra assai fiducioso. ' Sconfitto al Congresso di Firenze il centro di Lombardi e J acometti, tornò alla direzione del socialismo tarantino la sinistra, guidata, dopo la partenza del Bogoni, dal giovane ingegnere Giovanni Peretto, di famiglia operaia ligure. Dopo una serie di inq_uietudini giovanili, il Peretto aveva aderito nel '46 al Partito socialista; << morandiano », ai noti principi della << articolazione » fra i due partiti di sinistra e al << dialogo con le masse cattoliche » sembra informare la sua attività di capogruppo socialista nei consigli comunale e provinciale di Taranto, e di responsabile per il P.S.I. negli Enti Locali. Sembra che il Peretta si renda conto della necessità di cercare un contatto con la D.C. poichè, ove il P.C.I., come si dice, avesse perduto la propria forza espansiva, l'estrema sinistra perderebbe la. maggioranza in seno al Consiglio comunale malgrado la probabile espansione socialista. La ricerca di tale contatto sembra però difficile quando si parta da uno schema come quello del Peretto, il quale sostiene che la D.C. tarantina è una sorta di vittima della D.C. nazionale, in quanto vi sarebbe frattura permanente fra la politica della classe dirigente italiana e gli interessi della popolazione di Taranto nel suo complesso. In seguito agli obblighi militari, il Peretta è rimasto solo vicesegretario della federazione, mentre si sono avvicendati alla Segreteria prima il Consigliere provinciale Greco, accordatore di organi .(la cui moglie è Assessore socialista alla Pubblica Istruzione) poi il Bogoni, rien- [46] Bibloteca Gino Bianco

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