Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

sistemi d'influenza, anzichè essere fondate su una più capi,llare e durevole penetrazione politica; con tutti gli inconvenienti che ~na situazione del ~ene'- re può riserbare. Nel Salento una antica tradizione ra·dicale che risaliva a Giuseppe Libertini è stata nobilitata da Antonio De Viti De Marco. Il primo circolo socialista ebbe origine, intorno al '93, da una frazione radicale, composta di professionisti e artigiani, capeggiata da un giovane avvocato, di antica famiglia liberale, che, studente a Macerata, aveva avuto modo di apprezzare i valori del socialismo riformista. Sotto la direzione di Vito Mario Stampacchia il . socialismo salentino reclutò in prevalenza i suoi seguaci fra la borghesia professionista e l'artigianato, con rari addentellati fra il mondo contadino; non tralasciò però di tentare qualche esperi~~nto cooperativistico e di organizzare i carbonai a Gallipoli. Dopo il fascismo, alla testa del socialismo leccese, che dalla scissio11e comunista era stato appena scalfito, troviamo ancora lo Stampacchia. Ma i tempi ormai richiedevano ben altri strumenti organizzativi, e una capacità di espansione sindacale fra i contadini, che la ripresa degli esperimenti cooperativistici cari allo Stampacchia non potevano certo assicurare. Le elezioni per la Costituente diedero alla lista socialista un modesto risultato (5,2 %), superiore però a quello ottenuto dalla lista comunista (3,3 %); entrambi i partiti facevano peraltro registrare una più alta percentuale nel capoluogo (rispettivamente il 6,1 % e il 4,3 %). L'unico quoziente socialista di tutta la circoscrizione determinava l'elezione dello Stampacchia, il quale, nonostante l'origine riformista, veniva proclamando la propria adesione alle posizioni di Nenni, intese come espressione di una continuità deila tradizione socialista italiana. Intanto, altri minori esponenti del socialismo leccese si venivano avvicina11do ad altre posizioni socialiste, a Basso o a Saragat. Comunque sarebbe impresa ardua identificare i precisi orientamenti dei socialisti leccesi in quel periodo: essi preferivano votare su mozioni locali anzichè su quelle nazionali. Eletto alla Camera lo Stampacchia, gli successe come segretario di federazione il Corciulo, un giovane maestro vagamente ispirato alle idee di Basso, sostenuto da un gruppo di giovani ansiosi,di rinnovare l'ambiente socialista della provincia. Il Corciulo, però, fra il '46 e il '48 si preoccupò essenzialmente di scalfire le posizioni elettorali dello Stampacchia: il . seggio fii · cosi perduto, chè, nelle liste del fronte, non risultarono eletti nè lo Sta111pacchia nè il Corciulo; anche perchè il gruppo dirigente del capoluogo era nel frattempo passato alla socialdemocrazia, la quale, al 18 aprile, riportò la stessa percentuale di voti che due anni prima era toccata al P.S.I.U.P. Il Corciulo peraltro tentò di rivalersi con provvedimenti disciplinari a .carico di sezioni cl1e gli avevano preferito lo Stampacchia: fini estromesso dal par- [43] Bibloteca Gino Bianco l.

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