nella provincia, nella regione, in tutto il Mezzogiorno. Saranno i socialisti baresi all'altezza di queste responsabilità? Anche a voler considerare l'Anglani un epigono e l'Armenise l'esponente di una realtà in corso di liquidazione, non ci sembra di poter fare troppo affidamento su uomini come Ca·pacchione e Masciale se si tratterà di dar corso ad audaci e meditate iniziative politiche: essi in fondo rappresentano soltanto formali ammodernamenti del vecchio massimalismo e dell'altrettanto vecchio radicalismo massoneggiante. Maggiore credito meritano il Papalia e il Di Napoli: ma soprattutto è su eventuali quadri di ricambio, espressi dalla dinamica di una nuova situazione politica, che si deve fondare la speranza di un socialismo barese all'altezza dei tempi che maturano e dei problemi che ne derivano. La provincia di Brindisi, che lega la penisola salentina al rimanente territorio pugliese, fu costituita nel I 926, per iniziativa del regime che, spezzando in tre la grossa provincia di Lecce, ne creò altre due, minori per estensione e per numero di abitanti: quella di Brindisi, appunto, e quella di Taranto. Il socialismo salentino presenta, al confronto di quello del Tavoliere, una minore forza espansiva e insieme una caratterizzazione più moderata. Esso trovò le sue basi originarie in alcune piccole « isole » contadine dell'agro brindisino e nelle leghe dei muratori e dei carbonai; particolarmente fiorenti, queste ultime, nei porti di Gallipoli e di Otranto, che sono scali importanti per la navigazione sull'Adriatico e sullo Jonio. Dal punto di vista delle tendenze interne, il socialismo salentino poteva inoltre distinguersi in due filoni: quello riformistico, che aveva il suo centro in Lecce, e quello massimalistico, e più legato alle lotte operaie e contadine, localizzato a Brindisi. Del socialismo brindisino gli esponenti di maggior rilievo erano nei primi decenni del secolo l'i11g. Giuseppe Prampolini e l'avv. Felice Assennato, padre del noto de1Jutato comunista. Il secondo, ancora vivente, esercita ormai, per la tarda età, una funzione quasi esclusivamente rappresentativa, come figura tradizionale; mentre nell'opera pratica di riorganizzazio,ne del partito venne sostituito, fin dalla Liberazione, da alcuni dirigenti che erano stati suoi seguaci. In questo gruppo dirigente figurava l'ex segretario dell'Assennato, avv. Francesco Lazzaro, e due operai: un ebanista a nome Sardelli e un muratore, Beniamino Andriani. L'avv. Lazzaro, proveniente da famiglia di borghesia commerciale e te,;- riera, è attualmente Sindaco di Brindisi, carica che ricopre dal 1951, e che ricoprì anche nell'immediato dopoguerra in rappresentanza del C.L.N. I suoi maggiori interessi vertono dunque intorno alle funzioni amministrative che egli esercita con grande diligenza, anche se talvolta le sue mansioni locali gli fanno perdere di vista i problemi politici più ge11erali, nei riguardi dei quali ha invero idee alquanto confuse. Sostanzialmente è comunque un socialista [39] Bibloteca Gino Bianco
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