Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

proprio del!' Anglani e del Masciale. ·Del resto, fin dal '46 il Capacchione aderiva alle posizioni espresse in una mozione Basso-Cacciatore, mentre il vecchio ferroviere non aveva perso l'occasione di sostenere calorosamente la mozione più fusionista, quella di Lizzaidri e Mancinelli. Ma l'interpretazione dell'a,pertura a sinistra, nel deputato di Barletta, non sembra volersi spingere oltre l'invito alla maggioranza di rinnegare tutta l'azione di governo svolta in questi sette anni. Infatti, nell'amministrazione provinciale di Bari si trova anticipata una situazione che presto sarà abbastanza frequente nelle amministrazioni meridionali: sarebbe possibile un'amministrazione democristiano-socialista, senza il concorso di altre rappresentanze politiche; ma il Capacchione, che è anche consigliere provinciale, non sembra voler prendere in considerazione la possibilità di realizzare questa formula, e pretende invece che se ne attui un'altra, con l'inclusione dei com11nisti nella maggioranza. Il che, ovviamente, significa non voler fare alcun passo avanti . . Più sensibile all'esigenza di una nuova politica sembra invece Anto11io l)i Napoli, che dirige da 5 anni il socialismo barese. Trentacinquenne, studente di lettere fuori corso, provenie11te da Barletta, il Di Napoli ha preso le mosse da una posizione tutta estremista, più orientata verso i problemi operai cl1e verso quelli contadini. Il suo estremismo ha ·però su.bit(> 1 l'influenza cc morartdiana » ed egli è venuto acquistan 1 do una certa sensibilità politica, una certa consapevolezza di problemi nuovi. Così sembra che il Di Napo'li sia consapevole del problema che verrà posto dalle prossime elezioni amministrative: giunte democristiano-socialiste, o rinnovata collusione fra D.C. e destre; donde una grave responsabilità che pesa proprio sui, socialisti. Il Di Napoli, pur esitante fra i timore di una collaborazione che potrebbe incrinare l'unità della classe operaia, di fronte a questo problema sembra assumere un atteggiamento più concretamente possibilista di quello che è proprio dei suoi compagni di corrente. Sembra peraltro che nel 1953 la Direzione del Partito, tenendo conto della influenza del Di Napoli sulle varie situazioni socialiste locali, nel timore che egli potesse insidiare, in caso di scatto della legge maggioritaria, l'attribuzione dell'eventuale unico quoziente al deputato uscente Capacchione, io abbia dissuaso dal present;ue la candidatura. Nel socialismo barese, gros~o modo, si possono i1dentificare tre posizioni: quella del vecchio massimalismo, evolutosi per mezzo del più giovane espo· nente, ill Di Napoli, verso una impostazione « morandiana » e arrivato al controllo della federazione; qi1ella frontista degli indipendenti più o mc110 masso11eggianti, confluiti rec~ntemente nel partito, intessuta di espedic11ti trasformistici; quella che fa capo ad alcune personalità le quali si esprimo110 politicamente nelle amministrazioni locali e nel Parlamento, senza aver parte preponderante e significativa nelle strutture di partito. Abbiamo parlato della prima posizione, e dei suoi esponenti, parleremo ora della seconda e poi della terza. [36] Bibloteca Gino Bianco ..

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