questo importante centro ferroviario. L'Aquila e Sulmona, pur avendo solo 1/5 della popolazione, danno al Partito 1/3 dei suoi voti provinciali, mentre il resto (tranne le eccezioni costituite da alcune isole socialiste: Navelli, Montereale, Sante Marie) è disparso in piccole aliquote negli altri comuni e ha una zona di relativa concentrazione soltanto nella Marsica. Questa, peraltro, non ricade sotto la competenza della federazione aquilana, essendo stata costituita, fin dal tempo del P. S. I. U. P., in federazione autonoma: pare, specialmente per la pressione del marsicano Silone, che fu, col Lopardi, l'altro grande nome della scissione socialdemocratica in Abruzzo. La federazione marsicana è attualmente retta da una segreteria collegiale di 3 membri. Fra questi, l'attuale responsabile sindacale, il giovane laureando in legge Iafrate, probabile futuro segretario provinciale, fa un po' da elemento equilibratore fra il dott. Remo Palladini, che è un ex azionista il quale sente vivamente e intelligentemente i problemi dell'autonomia socialista, e il consigliere Orazio Gentile, che è un acceso partigiano dell'unità dei partiti di sinistra e si spinge fino ad auspicarne la fusione. Indubbiamente, però, la base marsicana è più vicina all'ultimo dei tre. Si pensi, in primo luogo, alle fiere lotte per la terra divampate nel Fucino fino a pochissimi anni or sono e alle quali i socialisti hanno dato, proprio sotto la guida del Gentile, un valido contributo. In secondo luogo, agisce da elemento radicalizzatore della lotta politica nella zona il pesante paternalismo dell'Ente Fucino, spesso politicamente discriminante. In terzo luogo, infine, agisce particolarmente nella Marsica un elemento che è però comune a tutti gli Abruzzi e che è costituito dalla forte emigrazione stagionale verso la vicina capitale, per cui il contatto col grande centro finisce col politicizzare, quasi sempre nel senso più radicale, chi l'ha subito. Questo complesso di fattori vale anche a spiegare come il P. C. I. abbia potuto fortemente avvantaggiarsi verso il P. S. I., rispetto al '46, anche in questa zona, in cui è evidente la caratterizzazione popolare-rurale del locale socialismo e in cui pure si è avuta, nel corso di questi anni, la più continua e attiva presenza dei socialisti in provincia di Aquila. Basti considerare che nel maggior centro marsicano, Avezzano, i socialisti sono discesi dai 680 voti del '46 e addirittura dai 1075 del '51 ai 551 del '53 !ma in questo caso specifico sembra aver avuto parte anche una certa propaganda contro il rientrato Lopardi., svolta dai comunisti, passati intanto dai i527 voti del '46 ai 2250 del '53). Solo a Tagliacozzo, ·che però già non.è più Marsica in senso stretto, i socialisti hanno potuto resistere, grazie alla attività svolta in quel centro dall'avv. Antonio Paoluzi (consigliere provinciale, vittima di recente di un infortunio giudiziario), passando dai 171 voti del '48 ai 976 del '53 (i comunisti da 236 a 302). È dubbio però che questa , posizione possa essere mantenuta, se la persona del Paoluzi, alla quale essa è evidentemente legata, dovesse diventare indisponibile. [22] Bibloteca Gino Bianco
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