in tal modo intessuto dimostrarono specialmente le ~lezioni del 1924, quando le violenze e i brogli fascisti non valsero ad impedirgli il ritorno a Montecitorio. Vissuto in disparte durante il ventennio fascista, il Lopardi tornato nel '44 alla vita pubblica non ebbe difficoltà a ritessere la rete delle amicizie e delle dirette o indirette influenze, che subì un primo difficile collaudo il 18 aprile del 1948. Mentre, infatti, l'ormai già vecchio Lopardi (rimasto nel P. S. I. dopo la scissione saragattiana, più che per altro per una ritrosia sentimentale a staccarsi dal Partito nel quale aveva compiuto tutta la sua carriera politica) diveniva senatore di diritto; il figlio Ubaldo, che già consigliere comunale de L'Aquila, era passato invece, più conseguentemente all'orientamento politico familiare, nel P. S. L. I., si presentò candidato alla Camera nella lista di Unità Socialista. E, non ostante la difficoltà e la delicatezza di una tale situazione, il vecchio nome, cosi noto ai socialisti e agli elettori abruzzesi, ebbe ancora una volta successo, agevolato anche dal fatto che il P. S. I. partecipava allora al Fronte Popolare. Un nuovo collaudo si ebbe poi alle elezioni amministrative del '51, quando il giovane Lopardi, passato dal P. S. L. I. al Partito Socialista Unitario, (Romita) fu tra i non molti consiglieri comunali che quest'ultimo partito ebbe forza di guadagnare in tutta Italia. Giustificato era quindi il timore che prese, in vista del 7 giugno '53, i candidati socialisti abruzzesi alla notizia che il minore Lopardi sarebbe stato loro compagno di lista; nè poteva valere a rassicurarli il contemporaneo ritiro del padre di lui dalla politica attiva, avendo le esperienze del '48 e del '51 già fornito eloquenti indicazioni di come i Lopardi potessero muoversi con notevole libertà di fronte al loro elettorato. Si scatenò perciò fra i candidati una lotta accanita, mentre la Direzione del Partito lasciava libere le singole Federazioni abruzzesi di dare i voti di preferenza a chi paresse loro opportuno, non volendo e non potendo scegliere fra tre deputati uscenti, nessuno dei quali particolarmente legato alla Direzione stessa, più un giovane, il Mariani, del quale erano ignote le possibilità. In provincia di Aquila la lotta fu, se possibile, ancor più accanita. Il Mariani fu appoggiato con particolare impegno dai comunisti, i quali fecero propaganda per lui, presentandolo come · un fedele milite del suo Parti!o, al contrario dell'insicuro Lopardi; al quale invece prestò il suo decisivo appoggio il padre, che per presentarne e sostenerne la candidatura scrisse I 0.000 lettere ad elettori abruzzesi. Il risultato fu cosi la vittoria di Ubaldo Lopardi, nonostante gli sforzi compiuti anche dagli onn. Donati e Paolucci, il secondo dei quali aveva (come vedremo) una solida posizione personale specialmente nel Chietino, mentre il primo combattette con larghezza di mezzi un'abile campagna elettorale. In definitiva le elezioni del '53 rivelarono innanzitutto, attraverso il davvero eccessivo frazionamento dei voti di preferenza, la scarsissima coesione e la fisionomia largamente personalistica del P. S. I. abruzzese. Esse ha11no inol- [19] Bibloteca Gino Bianco . '
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