Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

Aziendali e col gran nume'no di Comuni ancor privi di sezione socialista (oltre il 29%), prova anch'es,s,o quanto siano ancora lontani da 'Un'effettiva realizzazione i postulati organizzativi del Partito. Molto importanti e indicativi in qttesto senso sono anche i dati relativi alla composizione sociale dei comitati direttivi federali: operai 203 (22,9 %); bra-ccianti e compartecif>a·nti 167 (18,8 %); mezzadri e coloni 41 (4,6 %); ·coltivatori e fittavoli 50 (5,6 %); 1oommercianti 33 (3,7 %); artigiani 53 (5,9 %); intellettuali, insegnanti e impiegati 199 (22,4 %); studenti 37 (4,1 %); « altri » 105 (11,8 %)- Se s.i confrontano queJte percentuali con quelle delle professioni degli iscritti si potrà constatare come, mentre operai e artigiani sono abbastanza equamente rappresentati negli organi direttivi, il contrario accade invece per' le categorie rurali. D'altra parte, ,è alte percentuali di intellettuali, iniSegnanti, impiegati, studentii e commercianti negli organi direttivi provano fino a qual punto queste categorie borghesi abbiano in mano la dirèzione d'el movimento socialista: mentre, infatti, danno solo 1'8,8% degli iscritti, esse forri.iscono poi il 30,2% d'egli organi direttivi .f ederali. Questa seconda percentuale è anzi anche superiore alla realtà, in quanto i dati in nostro possesso includ,ono, come abbiamo visto, un 18% di « altri >, fra i quali Sf!nO considerati pensionati, donne, etc., e cioè elementi cui potrebbe egualmente competere la qualifica di borghesi. Se, però, l'insufficienza direttiva delle categorie rurali è veramente grave, non va trascurata neppure - in un Partito che si proclama di avanguardia operaria - la insufficiente presenza proprio del ceto operaio· (23,6 % degli iscritti; 22,9 dei dirigenti federa/ii) nei posti di più delicata responsabilità direttiva, e ~pecialmente poi nel Mezzogiorno, dove l'impostazione meridionalistie,a del Partito implicherebbe in effetti, per gli operai socialisti, una funzione di guida alla quale non pare, stando ai nostri dati, che essi possano as~olvere,. Strano, infine 7 è che an,che gli artigiani (6% deghi iscritti e 5,9% de-i dirigenti federali) non f>al~~no una vocazione direttiva più spiccata: essi che pur. sono, notoriamente, fra la parte più viva e diligerite delle popolazioni meridionali. Quanto alla rappresentanza parlamentare, il P.S.I. conseguì nel Mezzogiorno continentale e in Sicilia 19 seggi di deputato, di cui cinque nel Collegio Unico Nazionale, e 6 seggi di senatore. Dei 6 senatori due ~ano indipendenti di sinistra (i senn. Na-sii e Grammatico); dei 5 eletti nel Collegio Unico Nazionale, due (gli on. P. Nenn.i e R. Lombardi) n011 si possono. considerare 1neridionali. Pertanto, i parlam.entari socialisti del Mezzogiorno sommano a 21. Di essi IO so1io · avvocati, 3 sono irisegnanti medi, 3 sono docenti universitari, I è dottore in legge e agente librario, I è ingegnere, I ~ dottore in agraria, I è magistrato in riposo e 1 è senza professione defirn.ita. Ma poichè anche quest'ultimo fu a suo tempo ufficiale di complemento, tutti i deputati socialisti del Mezzogiorno risultano aver compiuto almeno gli [16] Bibloteca Gino Bianco

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