alla quale per il P.C.I. assolve notoriamente e da lungo tempo Rinascita. Vi è, tuttavia, nei quadri del Partito una inquietudine di cui l'osservatore avverte la novità e la cui importanza non si può ancora misur,are, date le oscillazioni, le incertezze, i conflitti che si sono appena lumeggiati. Sarebbe molto audace affermare che questa inquietudine, il nuovo desiderio di mutamento, l'insoddisfazione per la vecchia politica frontista (tranne naturalmente nei frontisti arrabbiati), sia110 il frutto di fermenti originali che dalla periferia si sarebbero trasmessi al centro. Sembra vero piuttosto il contrario, che siano state cioè le dirigenze nazionali del Partito ad iniziare un certo movimento che si è trasmesso alla periferia deformandosi o conformandosi sulle situazioni locali e sulle diverse personalità. Le formule di << alternativa soc~alista», di << apertura a sinistra», di « colloquio con i cattolici>>, sono state appunto variamente risentite e riecheggiate a seconda delle opportunità e delle necessità della situazione di questo o quel consiglio comunale o provinciale,. ma non hanno ancora avviato presso i quadri periferici ad un riesame totale della politica del Partito. Il centro, che è stato il primo a muoversi, incontra qui una difficoltà forse non gravissima ma comunque non trascurabile, dovuta appunto a quella deficienza di una operante coscienza autonomistica di cui si è detto; e una analoga difficoltà (di proporzioni, però, alquanto maggiori) il centro incontra presso la b,ase, su cui la politica di unità pròletaria ha inciso ancora più profondamente. Non c'è dubbio, però, che la formula elettorale dell'alternativa socialista e quella parlamentare dell'apertura a sinistra rappresentano anche lo sforzo dei socialisti di adeguarsi a una .nuova realtà nazionale, e meridionale in particolare. Si pensi, ad esempio, al fatto che, in certe zone del Mezzogiorno, i com1111isti,che pure avanzano altrove, nello stesso Mezzogiorno, mostrano già dal 1953 una perte de vitesse: sono proprio le zone delle prim~ e più accese agitazioni contadine. Si_pensi alla incipiente crisi dell~ destre. Si pensi anche alla riforma fondiaria, al fatto che essa ha mostrato ai contadini, e da vicino, che governo e agrari non si identificavano, che il primo era anche capace di colpire, più o meno gravemente, i secondi, E finalÌnente si pensi alla sensazìone che fra le masse comincia ora a serpeggiare, che il voto ai comunisti non sembra potersi tradurre in azione di governo, mentre un voto ai socialisti, sta11doalle polemiche in corso, forse lo potrebbe. Ai socialisti più avveduti, anche se la base di partito e i quadri medi . [157] Bibloteca Gino Bianco
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