Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

zione », la quale, in· tale prospettiva, viene a configurarsi come il mezzo per togliere certi poteri alla « borghesia capitalistica» italiana in questa -congiuntura storica; mentre quella dei socialisti resta la lotta per la dittatura del proletariato o quanto meno per la costruzione di un regime di « democrazia popolare ». È, come si vede, una interpretazione rigorosamente leninista - ne abbiano o no coscienza coloro che la fanno propria - e che discende dall'opzione iniziale e dal sottinteso che il carattere -« orientale >> della situazione italiana sembrerebbe imporre che il nostro paese, per il benessere e la libertà della classe operaia, prenda a percorrere quelle scorciatoie della storia che la Russia prima e altri paesi dell'Europa orientale poi hanno prese o sono state costrette a prendere. E' qui che s i rivela appieno una dottrina dello Stato e della democrazia esattamente opposta a quella delle democrazie occidentali. Alla più o meno inconsapevole accettazione dell'ideologia comunista si accompagna anche, almeno per quello che abbiamo potuto riscontrare nel Mezzogiorno, una alquanto passiva accettazione delle concrete soluzioni proposte dai comunisti. Possiamo dire di aver trovato tra i quadri del P.S.I. una matura coscienza ed una esatta conoscenza dei problemi meridionali nella loro complessità e nelle loro reciproche relazioni? Vi sono certo parecchi uomini che_ha11no una piena informazione delle questioni -con cui sono confrontati quotidianamente, e ve ne sono molti che danno un contributo di generosa e nobile passione (e magari anche di eccellente oratoria) per la <<rinascita» del Sud. Ma ve ne sono pochi che sappiano elevarsi dal bilancio del comune X e della provincia Y (il lettore delle pagine precedenti metterà agevolmente i nomi al posto delle lettere) e dai buoni sentimenti alla considerazione dei problemi più ampi e delle loro interdipendenze. E ve ne sono forse meno ancora che sappiano accordare l'esatta valutazione delle questioni alle congiunture politiche e che non sterilizzino il pertinente giudizio giustapponendogli la pedissequa riaffer- ·mazione della contrastante politica generale del Partito o più spesso dei !Comitati di Rinascita del Mezzogiorno a direzione comunista. E si deve :aggiungere che in parecchi dei dirigenti meridionali del P.S.I. come dei -suoi eletti - a livello nazionale, regionale, provinciale o (omunale -- v'è solo l'adesione indiscriminata alle tesi comuniste: lo stesso atteggia- -mento rispetto alla politica meridionalistica dei governi democratici, alla Cassa del Mezzogio~no o alla riforma agraria, è assai più di opposizione [151] , Bibloteca Gino Bianco

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