Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

·chio dal P.C.I., e in cui nè struttura moderna nè clientelismo sono inter- ·venuti o sono riusciti a modificare la situazione; e ve ne sono altre, pochissime in verità, in cui è addirittura esso, il Partito Socialista, che guida il fronte delle sinistre; ma in complesso il P.S.I. esiste coine partito nazionale, cioè con una relativa omogeneità di distribuzione delle sue forze e delle sue adesioni, con una struttura abbastanza solida e con una non trascurabile forza di richiamo. E se il P.S.I. è entrato nei fronti con la sensazione di dover soggiacere alla forza della necessità e con il complesso del « partito ,cadetto», dovrebbe esserne uscito oggi con ~nimo alquanto diverso e con ,una ben più calda coscienza di sè: poichè, dopo tutto, il << cadetto » non è •stato completamente assorbito ed ha dimostrato di possedere una sua forza vitale, ha dimostrato di essere capace di resistere perfino all'abbraccio ,comunista. Quanto, in questa capacità di resistenza, sia da attribuire ai ,meriti dei leaders del P.S.I., alla precisa e ferma volontà di non << liquit-0are sotto costo>> il partito, e quanto invece sia da attribuire a calcoli ,errati degli stessi comunisti, alla forza di una gloriosa tradizione ed alla lcongiuntura politica è assai difficile stabilire, e comunque esula dai ,limiti ,che ci siamo imposti. È nostra impressione, tuttavia, a giudicare dalle indagini che abbiamo condotto, che errori comunisti, forza della tradizione e contingenze politiche abbiano avuto più peso della volontà dei dirigenti nel decidere dei destini del P.S.I. come partito autonomo. ·un altro vantaggio, la cui entità è però più difficilmente determina-- 'bile, che i socialisti hanno tratto dall'operazione frontista è stato quello di poter sopportare la polemica socialdemocratiça su una posizione di forza propagandisti~ quale, per un Partito Socialista, è quella della unità ,della classe operaia; e di poter curare le ferite della scissione sotto la protezione della potente organizzazione comune. È probabile che, per quel -che riguarda il Mezzogiorno, la tattica socialista sia stata sensibilmente ,agevolata dal fatto che il P.C.I. si muoveva in zone quasi completamente vergini per il movimento proletario e dove quindi esso si poteva ampia- .mente rafforzare di adesioni e di voti senza bisogno di insidiare le basi e i voti del << partito fratello >>.. In effetti, se si guarda ai risultati elettorali .complessivi, tra il '46 e il '53, del P.S.I. e dei socialdemocratici, si deve con- <:ludere che l'elettorato socialista del '46 passato ai comunisti costituisce una e11tità non eccessivamente rilevante. Questa però, per adottare una terminologia economica, era una politica di rigore finanziario e di pa- [148] Bibloteca Gino Bianco

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