Problemi e prospettive Vi sono due specie di « conclusioni >> che si potrebbero trarre alla fine di una inchiesta come questa. La prin1a potrebbe essere costituita da una somma algebrica delle considerazioni che si sono fatte per ogni regione studiata: ma essa francamente ci sembrerebbe non tanto insoddisfacente quanto -inutile, poichè si limiterebbe a ripetere cose già dette e a far un lavoro che il lettore ha già fatto per suo conto. L'altra, invece, consiste nel tentativo di trarre, dalle minute analisi che precedono, delle indicazioni generali, di cogliere il se11sodello sviluppo del P.S.I. nel Mezzogiorno, di valutare le forze e i fermenti ideologici che operano nel suo seno. Questo tentativo, appunto, sarà fatto nelle pagine che seguono. Le nostre considerazioni non possono non prendere inizio da una valutazione più approfondita dell'operazione <<frontista». Guardando al Mezzogiorno - ma le stesse osservazioni valgono, noi crediamo, in grati parte anche per il Nord - si deve dire subito che i <<fronti popolari>> non hanno rappresentato soltanto un passivo per il P.S.I. Mettendo da parte la metafisica unitaria del dottrinarismo di sinistra e tenendosi il più possibile al concreto, è necessario rilevare in primo luogo che il P.S.I .. non è diventato, in parecchi anni di battaglie frontiste, una comoda e logora frangia buona a tutti gli usi, e soprattutto a quello di copertura. · del Partito Comunista in situazioni difficili. Certamente i socialisti hanno esercitato tale funzione, ma non si sono esauriti in essa: e questo è un risultato politico di cui l'inchiesta che precede offre una testimonianza abbastanza valida. Vi sono nel Mezzogiorno delle zone in cui il Partito ·è ancora afflitto da incrostazioni clientelistiche e da fenomeni deteriori di personalismo; e ve ne S0110 altre in cui è org.anizzato in modo moderno; vi sono delle zone in cui il Partito è debole, tratto faticosamente a rimor- [147] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==