Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

questo proposito, che s~lo in otto capoluoghi della regione (tutti meno Trapani), in cui risiede pressappoco un quarto della popolazione dell'isola, il P.S.I. ha guadagnato oltre un terzo dei 55.000 voti in più registrati al suo attivo nel giugno scorso. In corrispondenza di ciò va notato anche che il P.C.I., in sette dei nove cap.oluoghi, ha perduto oltre 12.000 voti, guadagnandone solo circa 3.600 voti a Trapani e 500 a Ragusa. Chi ha seguito il nostro discorso sull'elettorato socialista e non ignor,a il valore precorritore che le elezioni siciliane hanno sempre avuto rispetto a quelle nazionali. può arguirne che uno degli aspetti più interessanti delle prossime consultazioni elettorali italiane starà nel vedere fino a che punto questo nuovo, avviamento dell'elettorato di sinistra nel Mezzogiorno possa non s.olo progredire nei centri maggiori, dove più sensibile ~d agile è l'opinione pubblica, ma dilatandosi ai centri minori, annunciare un mutamento radicale di orientamenti. Certo nel Mezzogiorno continentale i comunisti potranno, in un primomomento, mascherare lè perdite di voti del tipo di quelle subite in Sicilia giudagnando voti sulla destra, di sottoproletariato sanfedista e clientelista· promosso a proletariato comunista, secondo un processo fisiologico di una democrazia che ha soltanto dicci anni di vita. Ma sarà importante verificare se su questo processo se ne innesterà un altro, complementare, fisiologico· di una democrazia che ha già dieci anni di vita: la promozione cioè del proletariato comunista - a co1ninciare da quello che vota per i comunisti 1 fin dal 1946 - a proletariato democratico. Le elezioni supplementari svol-- tesi in Puglie dopo il 1953 e le << regionali >> del 1955 in Sicilia sembra110 appunto suggerire che questo processo si sta avviando. Anche dalla capacità del P.S.I. a intenderne le ragioni dipenderanno però il ritmo e l'ampiezza che la promozione del proletariato comunista a proletariato democratico potrà assumere alle prossime prove; così come quel ritmo e quell'ampiezza dipenderanno da tutte le altre tensioni della realtà italiana, dall'i1npegno dei governi alla liberalizzazione della vita pubblica, specialmente meridionale, non meno che dagli atteggiamenti della borghesia media di fronte ai problemi della occupazione e del reddito, dello Stato e dell'amministra- • z1one. [146] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==