Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

didato socialista; e ha avuto tutto l'interesse a scegliere tutti elementi ligi alla politica frontista. La controprova è data dal fatto che nel '55, distinte .le liste, il P.C.I. ha cercato ad Enna di contrastare l'elezione di Michele Russo. È quest'ultimo l'elemento migliore fra i giovani e l'uomo nuovo del gruppo parlamentare socialista alla Sala d'Ercole: ivi giunto per il suo fortunato incontro con una zona ritornata vergine per il socialismo, in quanto insieme al vecchio partito vi si erano dissolte le vecchie clientele. Ma altrove gli stessi dirigenti giovani hanno fallito, si sono a volte bruciati al fuoco di premature ambizioni: il Russo (Calogero) di Agrigento e il Russo (Paolo) di Caltanissetta, lo Zizzo di Trapani e l'altro Russo (Domenico) di Enna. Resta comunque valevole un giudizio di maggiore modernità a favore di questi giovani dirigenti, quale che sia stato il provvisorio punto d'arrivo di questo o quello fra essi. Tale maggiore modernità, che prende le mosse dalla esperienza organizzativa, deve però ancora trovare sbocco in una effettiva ed operante presenza politica. Da· questa si è anzi piuttosto lontani, quando si pensa, non solo al semplicismo classista con cui gran parte di questi giovani dirigenti si esprime, ma anche al rapporto con cui essi si vengono a trovare con i gruppi parlamentari nazionali e regionali. Tale rapporto si può esemplificare così: ai vecchi esponenti, di un socialismo che possiamo chiamare approssimativamente « degli avvocati ~, i seggi parlamentari; ai giovani esponenti, di un socialismo che altrettanto approssimativamente possiamo chiamare << dei funzionari», le leve del partito. Ma un rapporto di compromesso come questo non può reggere a lungo. Certe decisioni non potranno essere ulteriormente procrastinate: dovranno prevalere quelle che saranno caldeggiate dagli << avvocati >> o quelle che saranno caldeggia te dai « funzionari »? La politica frontista non può considerarsi superata definitivamente per il solo fatto che si sono presentate o si presenteranno liste socialiste distinte da quelle comuniste: questo potrebbe restare soltanto un espediente tattico, elettoralistico, ove non fosse seguita da una politica nuova, concretamente differenziata da quella dei comunisti, come in sede regionale, così in sede nazionale. Quando si dice che i socialisti devono risolvere, loro, il problema ;' di eludere il tallonamento dei comunisti, non si pronunzia una proposizione e provocatoria », ma si propone un tema politico che per la Sicilia è particolarmente significativo. Non si è tallonati, infatti, se non si vuole essere tallonati, se cioè non ci si limita a qualche diversivo tattico, ma si propongono effettive soluzioni socialiste, tali da condizionare esse la politica dei comunisti: onde, cioè, i comunisti o le respingono o sono costretti a subire la politica socialista (il che, evidentemente, è proprio il contrario del tallonamento, che è imposto, ma non subito, dai comunisti). Dopo il 5 giugno I 955 non sono mancati da parte dei socialisti tentativi più o meno consapevoli, sia pure timidi, di far seguire alla differenziazione [125] Bibloteca Gino Bianco

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