Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

conciliare la sua origine intellettuale con un certo tipo di attività politica, ed ha creduto di riuscirvi attraverso la mediazione culturale di Gramsci. Ne è venuto fuori un marxismo molto personale, cui non sono tuttora estranei residui della formazione crociana ed omodeiana. A questi precedenti culturali si accoppiano, in l11i, un impegno politico ricco di senso della realtà e di capacità critica. Il Russo è stato il primo a sostenere, in seno al gruppo parlamentare della Regione, che la politica bloccarda avrebbe finito ormai col dimostrarsi immobilistica, ed a caldeggiare la conseguente necessità di una presentazione di liste separate dal P. C. I. La stessa posizione egli ha -difeso, con estrema concretezza, nel congresso di Torino. A tali tesi corrisponde una serie di giudizi politici: da quello sulla sostanziale positività del piano Vanoni, che di per sè è ricco di possibilità àemocratiche purchè venga inserito in una politica di << tipo nuovo», a quello sulla politica agraria e sulla politica industriale siciliana. La riforma agraria, ritiene il Russo, non ha una alternativa esterna (se non in un impossibile ritorno al feudo), ma ne ha una interna, fra due forme d'attuazione: la vecchia, paternalistica, ed una nuova che riesca a rendere il mondo contadino soggetto e non oggetto del processo di rinnovamento. In tale processo vi è spazio per un altro fattore progressivo, quello rappresentato da un moderno spirito d'impresa, che si articoli attraverso aziende private di media grandezza. Interessante è inoltre la posizione assunta dal Russo sul terreno della politica industriale e della i11dustrializzazione dell'isola. Qui la sua polemica si restringe al solo settore monopolistico, riconoscendo esplicitamente la ft1nzione dell'iniziativa privata - sia pur corretta dall'intervento pubblico - e implicitamente la necessità di un apporto di capitale extraisolano, sia esso nazionale o estero, data la scarsezza di capitale isolano rispetto all'ingente sforzo richiesto dall'industrializzazione della regione. In un discorso sostanzialmente moderno, come questo fin qui delineato, stonano però certe note moralisticl1e che ecl1eggia110l'astrattismo tipico di chi vuole tenersi aggrappato alla circoscritta realtà della propria esperienza locale e personale. L'impegno sul piano pol~tico regionale, ha impedito poi al Russo di seguire a fondo le vicende della federazione che lo ha eletto, e nella cui segreteria è succeduto al Rizzo. Difatti i risultati elettorali del 7 giugno '53 non furono particolarmente soddisfacenti e nemmeno lo sono stati nelle recenti elezioni regionali del giugno '55. Si è avuto, è vero, in queste ultime, un aumento percentuale dell'l,3 %: ma i suffragi del P. S. I. sono stati incrementati dall'apporto dei repubblicani presenti in lista che ad Enna avevano appunto concluso un accordo con il P.S.I.; tanto più che si trattava di un collegio nel quale i repubblicani hanno una delle loro isoie più resistenti. I socialisti appaiono sensibilmente calati, rispetto al '53, proprio in quei centri .che avevano allora raggiunto alte percentuali per la presenza in lista di un [113] Bibloteca Gino Bianco

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