dei comunisti. Erano voti raccolti prevalentemente in provincia: il capoluogo vi concorreva in misura piuttosto limitata (4,8 %)-Ma a questo iniziale successo corrispondeva una struttura di partito ancora più debole che nelle altre zone dell'isola: si trattava, insomma, di un successo effimero, che si sarebbe certamente dissolto senza una attenta opera di riorganizzazione. Scon• . volto dalle scissioni e privo del vecchio gruppo dirigente, che passò ai socialdemocratici, ben presto il P. S. I. restava presente solo in qualche centro, al seguito di isolati esponenti locali. · Tra questi, maggiore spicco aveva il sindaco di Leonforte, avvocato Salomone, vigorosa figura di antifascista. Partito da posizioni moderate, proprie di un socialismo riformista, egli andò appunto radicalizzandosi attraverso la lotta contro la classe dirigente locale, docilmente allineata sulle direttive fasciste: nel '24 il Salomone venne bastonato, gravemente ferito ed infine arrestato sotto falsa imputazione di tentato omicidio. Oggi egli dice . di non fare differenza fra i due partiti operai, rispondenti,. in una assoluta identità ideologica, a due tipi diversi di temperamenti umani. Prova ne sarebbe, a suo dire, il continuo intercambio che vi è fra i due elettorati, determinato dalle candidature di esponenti più influenti dell'uno o dell'altro partito. Ma molto più che al Salomone, la rinascita organizzativa del P. S. I. ad Enna fu dovuta al suo successore nella segreteria provinciale, Rizzo (quello stesso di cui abbiamo parlato per Caltanissetta), co1 n la collaborazione di Michele Russo (nipote di Luigi Russo), ivi trasferitosi per insegnamento, futuro deputato della zona. Di formazione e di provenienza azionista, il Russo aveva notevoli capacità politiche ed una considerevole pratica organizzativa: era stato segretario alla Camera del Lavoro di Caltanissetta prima e di Palermo poi, dirigente della Federterra ed infine segretario regionale della corrente sindacale socialista. Dopo l'uscita dal P. S. I. del vecchio gruppo dirigente, il Russo era quindi l'elemento di maggior spicco fra quelli che il partito potesse portare all'Assemblea regionale qualora avesse ottenuto un quoziente nell'ennese. Su tale binomio Rizzo e Russo si fondò per un certo tempo il sociali- · smo ennese: la scissione saragattiana, conducendo fuori del partito i vecchi dirigenti, aveva depurato il P. S. I. dal peso di antiche rivalità personali. Eletto nel 1951, Michele Russo ne diventava senza contrasti il leader locale. Oggi egli è sostanzialmente il numero uno del P. S. I. nel Parlamento regionale. Sul gruppo dei propri coetanei, o di poco più giovani, che hanno oggi in mano le leve organizzative del socialismo siciliano, Russo ha il vantaggio di possedere una solida base culturale, preesistente all'impegno politico, e di cui anzi quest'ultimo è conseguenza. Egli si è accostato alle posizioni marxistiche dopo una originaria formazione storicistica, influenzata da Omodeo ancor più che da Croce. Coinvolto nell'azione pratica, ha quindi tentato di [112] Bibloteca Gino Bianco
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