Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

durre in concreti teffilini politici ed economici quella posizione essenzialmente culturale che oggi esprimono. C'è da ritenere che il Greco, dotato di una siffatta sensibilità politica, potrà venire a capo delle difficoltà che finora hanno travagliato il socialismo siracusano; tanto più che i contrasti che hanno preceduto l'ultima campagna elettorale si sono già in parte temperati, grazie al relativo successo conseguito. RAGUSA. - Fu il fascismo, come è noto, a creare questa provincia, scorporandone il territorio da quello della provincia di Siracusa. Le tradizioni socialiste della zona si legano quindi a quelle siracusane; di caratteristico c'è solo la storia di alcune leghe contadine, tra Modica e Vittoria. Ma la ripresa del dopoguerra ha avuto una impronta spiccatamente famigliare, si è polarizzata, cioè, intorno ad una famiglia coraggiosamente antifascista, quella dei Lupis. Nelle elezioni per la Costituente il P. C. I. otteneva 1'11,2 % dei voti in tutta la provincia, mentre il P. S. I. U. P. conseguiva l'alta percentuale del 21,3 %: prevalenza, per i comunisti, di elettori dei centri maggiori; per i socialisti, di elettori dei centri inferiori ai 15.000 abitanti. I socialisti ragusani, peraltro, bloccando le preferenze sui propri candidati, riuscivano ~d accaparrarsi due dei tre quozienti socialisti dell'intero collegio (cinque provincie) della Sicilia orientale, avendo contribuito al loro conseguimento con un quarto dei voti necessari. Ma, di questi due deputati socialisti di Ragusa, prima l'uno, il Cartia, con Saragat nel '47, poi l'altro Giuseppe Lupis (riconfermato deputato con il fronte popolare del '48), con Romita nel '50, sono passati alla socialdemocrazia. La secessione delle più forti personalità lasciava quindi la federazione socialista ragusana in preda alla lotta di minori personalismi, legati alle sezioni più consistenti, di Comiso, Vittoria, Pozzallo, con strascico di espulsioni e dimissioni .dopo ogni campagna elettorale: condotta sempre come una rissa per le preferenze e senza più ormai potersi placare nel successo di uomini qualificati, come i Lupis, il cui clientelismo era almeno giustificato dal prestigio personale. Si veda cosi il caso del Garretto, già segretario provi11ciale, dimessosi al tempo del congresso di Milano del P. S. I.; e quello dell'avv. De Martino, allontanatosi dopo le elezioni del '53. Nelle ultime « politiche», appunto, il P. S. I. vedeva i suoi voti ridotti ormai a circa un terzo di quelli del '46, sia nèl complesso della provincia che nel capoluogo (rispettivamente all'8,2 % e al 3,7 %), di fronte a un progresso comunista (dall'll,2 % al 27,4 %) di oltre il doppio dei voti rispetto al '46. RestavanQ cosi, a rappresentare il socialismo in provincia di Ragusa, alcuni esponenti' locali, di modesta levatura e di limitato seguito [107] Bibloteca Gino Bianco

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