Nord e Sud - anno III - n. 16 - marzo 1956

superata nel capoluogo. In complesso, un risultato assai vicino a quello del '46 (5,8 % del '55 rispetto al 6,1 % del '46). Per converso il P. C. I. - che complessivamente discendeva dal 16,7 % del '53 al 14,4 % - rimaneva fermo nei centri minori, mentre arretrava tanto nel capoluogo che nei centri maggiori, cioè nelle stesse zone dove il Partito Socialista aveva riscontrati i maggiori incrementi. Non è quindi difficile spiegare questi spostamenti di forze all'interno del fronte delle sinistre, se si pone mente al fatto che essi hanno luogo in settori dove è possibile un riflusso di opinione pubblica; mentre ne rimane tagliato fuori l'entroterra rurale che è più lento nelle proprie reazioni politiche. CATANIA. - All'indomani della caduta del fascismo, il socialismo catanese riprese a tessere le proprie fila su una tradizione in cui era ancora fortemente radicato il ricordo e l'influsso di De Felice. Ma il fenomeno di un socialismo riformista, nelle cui posizioni si riconoscessero tutte le forze inte-- ressate allo sviluppo della città, era ormai irrepetibile, per il profondo mutamento delle condizioni storiche. Mancava l'uomo capace di impersonare le aspirazioni progressiste del popolo e della bòrghesia, mancava un governo capace di interpretare e di sviluppare tali esigenze di sviluppo, mancava in~ fine quel fortunato punto d'equilibrio che le contrastanti forze economicl1~ e sociali della città avevano saputo trovare agli inizi del secolo. In quegli anni torbidi del secondo dopoguerra, quando le masse catanesi in rivolta erano giunte fino ad incendiare la sede del Comune, risorgeva il movimento socialista. Della vecchia tradizione non restava che ~o aspetto deteriore, quello personalistico. E per circa dieci anrii la storia della Federazione catanese è stata caratterizzata da una serie di beghe, di lotte intestine, di piccoli contrasti tra uomini di modesta levatura. Nel 1946 i socialisti avevano ottenuto nella provincia una votazione percentuale (8,8 %) esattamente doppia di quella comunista. L'influenza elettorale socialista apparve però distribuita in maniera difforme: essa fu dovuta principalmente all'apporto di forti << isole » socialiste nella zona etnea. ' Nel '47 il distacco dal P. S. I. dell'avv. Castiglione, vecchio ed autore: vole << intellettuale» del socialismo catanese, ne accelerava il processo degenerativo verso un personalismo sempre più spiccato. ·Le elezioni del '47 mandavano alla Can1era Regionale due fra i maggiori notabili socialisti locali: il sindacalista Cristaldi e l'avv. Agatino Bonfiglio, arbitro della vita della Federazione. Successivamente anche il Cristaldi, per varie ragioni non tutte di carattere ideologico, abbandonò il partito. Il Bonfiglio diventava padrone del socialismo catanese, e tentava, con i soliti mezzi clientelari, di consolidare la propria posizione locale. Nello stesso tempo si andava però facendo le ossa, attraverso la federazione giovanile e le organizzazioni universitarie, [101] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==