vivace azione a pro' della fusione col P. C. I.; e ·contemporaneamente, sul piano organizzativo e rivendicazionistico locale, riusciva a legare a sè i contadini guidandoli nei loro moti: tanto in quelli che ebbero luogo nella zona di Bronte, quanto in quelli della zona subetnea e di Mistretta, sia per i miglioramenti salariali che per l'occupazione delle terre incolte. Nel suo stesso paese, Tortorici, del quale oggi è sindaco, il Franchina riuscì a scalzare dall'amministrazione locale il predominio di una vecchia famiglia agraria di tradizioni moderate. Battuto. alle elezioni politiche del '46, in quelle regionali del '47 il Franchirta riusci a1 d entrare nel Parlamento di Palermo. Ivi ben presto divenne .l'uomo di punta del.l'azione socialista nel campo della politica agTaria. Nella riforma agraria attuata dal governo regionale, il Franchina identifica tout court gli estremi di una politica anticontadina e diretta, attraverso le disposizioni sulla piccola proprietà coltivatrice, a permettere un ulteriore arricchimento degli agrari siciliani. Tale posizione massimalistica lo ha condotto a impostazioni nettamente frontiste e filocomuniste, alle quali resta tuttora .legato. Divenuto ben presto l'elemento di maggior rilievo del socialismo peloritano, il Franchina ha informato profondamente della propria influenza tale federazione. La sua posizione trova una fedele eco in alcuni esponenti del capoluogo, quale il Lo Giudice, segretario di federazione, ed il dott. Enzo Messina unico consigliere comunale del P. S. I. Quest'ultimo, di formazione riformistica con tradizionali venature anticlericali, si è adeguato a posizio,ni rigidamente frontiste, del tutto analoghe a quelle del Franchina, spinto dalla sua solidarietà di medico della povera gente, con le lotte contadine. L'altro, il Lo Giudice, di provenienza mazziniana, perveniva invece alle stesse conclusioni in seguito alla propria esperienza di contabile in una grossa ditta industriale, per reazione all'arretratezza del capitalismo isolano. Le prime elezioni a liste separate, dopo il lungo connubio frontista, rivelavano nel '53 in provincia di Messina, nel sostanziale mantenimento delle posizioni complessive della sinistra, un quadruplicarsi dei voti del P. C. I. (dal 4 % al 16,7 %) ed un calo significativo dei voti del P. S. I. (dal 6,1 % al 4 %) rispetto al '46. L'espansione comunista aveva avuto maggiori dimensioni nel capoluogo e nei due grossi centri di Milazzo e Barcellona; mentre nei centri minori era stata contenuta intorno al 14,8 %. Per converso i socialisti reggevano ancora sia nei centri minori (4,2 %) che nel capoluogo (4 %); ma risultavano presso che scomparsi nei due grossi centri di Barcellona e di Milazzo. Nelle ultime elezioni regionali, nonostante la perdurante inefficienza sindacale e politica della federazione, si è riscontrato un aumento dei voti socialisti. Stabilizzatasi la percentuale dei suffragi nei centri minori, si è riavuta la stessa percentuale del '46 nei centri maggiori, e la si è persino [100] Bibloteca Gino Bianco
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