di una cultura moderna, sprovveduti di fronte ai problemi del mondo contadino, incerti di fronte alle conseguenze dell'autonomia regionale. Il gruppo dei giovani ad essi subentrato si era invece agguerrito nelle polemiche di corrente, legato alle lotte sociali, reso esperto dei problemi contadini ed autonomisti. Principale centro del rinnovamento: Catania. lvi più aspra era stata la lotta contro i vecchi metodi e più occasioni si erano date, nel partito e fuori di esso, per portare avanti il giovane ambiente socialista, sensibile soprattutto alle posizioni di Morandi, echeggiate nell'isola da uno degli uomini migliori e più vicini a Morandi stesso: Raniero Panzieri, capitato nell'isola per ragioni inerenti alla sua attività di docente universitario e succeduto al sen. Casadei come segretario regionale (lo affiancava fin d'allora come vice - segretario il figlio dell'on. Lizzadri, Libero, membro del Comitato Centrale, che in questi giorni è asceso alla Segreteria Regionale). Già le elezioni del '53, «politiche», si svolgevano sotto nuove insegne, con nuovi metodi, con il P. S. I. liberato dagli impegni frontisti, impegnato con una propria lista, la quale però raccoglieva appena il 7,5 % dei voti (di fronte al 21,8 % dei comunisti). Ma è a questo punto che la giovane élite socialista - partendo dalla solita considerazione ufficiale che la classe operaia italiana per proprie peculiari ragioni di sviluppo si articola su due partiti, vicini ma diversi, d'onde l'altra considerazione che ognuno di essi debba giustificare la propria autonoma esistenza - procede a una più pertinente analisi della situazione, al fine di restituire al partito una capacità d'iniziativa. Si arriva quindi alla vigilia delle terze elezioni << regionali » : il Blocco del Popolo doveva essere risuscitato o defi11itivamente liquidato? A favore della prima tesi si schierarono i parlamentari, sostenuti dai comunisti, fra i quali si faceva pungente la preoccupazione dello isolamento. A favore della seconda tesi, che, sostenuta dalla direzione centrale, alla fine prevalse, si sono risolutamente battuti i nuovi dirigenti di cui più sopra si diceva. Alcuni dei parlamentari, battuti su questo terreno, non vol- ,lero neanche correre l'alea elettorale. Ma il voto del 5 giugno 1955, come è noto, dette ragione ai giovani: 50.000 voti in più, progresso percentuale dal 7,5 al 9,7, arretramento comunista dal 21,8 % al 20,8 %, con una perdita correlativa di 15.000 elettori. Peraltro il cedimento dei comunisti si verificava con maggiore evidenza in zone dove essi avevano da scontare il ricorso a troppo disinvolti espedienti tattici; o nei centri dove l'opinione pubblica reagisce tradizionalmente con relativa maggiore sensibilità, l\1essina, Catania, Palermo; mentre il progres_so dei voti comunisti a Trapani era determinato dall'apporto dei voti personali dell'indipendentista D'Antoni, epigono dello schieramento bloccardo avviato a liquidazione. I risultati delle elezioni regionali del '55 danno quindi luogo a due ordini di considerazioni: la politica frontista ha subito un grave colpo, come lo ha subìto il P. C. I., strettamente interessato a questa politica, al [98] Bioloteca Gino Bianco
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