J bosco e il pascolo abbiano un netto predominio. Invece il 68 % della superficie molisana è occupata ·da seminativi (« cerealicoltura di rapina», la chiamava Giustino Fortunato), il 15 % da boschi, il 9 % da pascoli, il ' 4 % da incolti produttivi. Il monito di Luigi Einaudi, che la tutela dei boschi vuol dire in _Italia difesa del territorio nazionale, e che perciò essa è compito dello Stato, è rimasto senza ascolto. I boschi molisani, per quanto poverissimi (come dimostra il prevalere della forma cedua, cui appartiene il 75 % dei 64.000 ettari boschivi, contro il 24% delle fustaie latifoglie e 1'1% delle conifere), sono tuttavia consider,ati dai Comuni come l'unica fonte di arresto al ere- . scente disavanzo dei bilanci: annualmente si prelevano, per ettaro boschivo, due metri e mezzo di materiale legnoso contro un incremento di poco più di un qtlarto di metro cubo. Ciò significa distruggere ogni anno una parte di cap~tale, anche se non è gr~tuita follìa, ma necessità impellente, quella che induce a siffatte azioni antieconomiche. Il carattere aspramente montagnoso della regione, isolando le popolazioni molisane dai circuiti della vita economica e civile, ha creato· una particolare mentalità autarchica, conseguenza anche della scarsezza di co-' . municazioni che riduce il commercio entro limiti insignificanti. Ecco perchè nel Molise, per quanto assolutamente negative siano le condizioni di suolo e di clima, la coltura granaria è la più sviluppata. Da siffatto predomi- . . nio non solo deriva una situazione paradossale per cui, nelle più alte zone montane, a indicibili lavori e sacrifici corrisponde un raccolto insufficiente alla stessa famiglia colonica; ma deriva anche la scarsa occupazione della mano d'opera in agricoltura: un ettaro a grano richiede dalle 20 alle 50 giornate lavorative annue, contro le 150-200del vigneto a filare e le altre 200 del frutteto. Ciò spiega perchè i decreti perfettizi s·ull'imponibile di mano d'opera in agricoltura non hanno generalmente efficacia. L' estrema polverizzazione dei fondi si aggiunge all' errato indirizzo culturale come fattore determinante della depressione economico-sociale del Molise: le proprietà con reddito imponibile inferiore a 1.000 lire rappresentano il 58,2 % del reddito complessivo. Nè l'industria e il turismo costituiscono nel Molise ·ulteriori fonti di produzione e di ricchezza: il censimento industriale del 5 novembre 1951 ha rivelato l'esistenza in prò- [88] Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==