Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

nizzazione di Stato >, oppure se non sarebbe più opportuno, nelle zone di' suscettività meno alta, « un'azione diffusa e molteplice, diretta più ad aiutarei contadini a far da sè che non a fare direttamente per loro». Nel. primo• casa il costo della riforma non potrebbe essere inferiore a quello prima indi-- cato, mentre che nel secondo il quadro finanziario sarebbe assai diverso. E. ci sembra, stanti le condizioni del nostro bilancio, che una decisione nel secondo dei sensi su indicati, più ancora che un'opportunità, si manifesti come una vera e propria necessità: se non si vuole, per strafare, disfare tutto.- In questo caso, però, ammonisce il Rossi-Doria, << l'azione di riforma, ini-- ziata nel 1950, dovrebbe modificarsi e nello stesso tempo svilupparsi, fondendosi in una più vasta azione di formazione di proprietà contadina, di riordinamento fondiario, di credito assistito, di educazione popolare e di emigrazione organizzata a favore delle popolazioni contadine che più nehanno bisogno >>. E ciò, appunto, comporterebbe una revisione profonda della politica generale e della politica agraria sino ad oggi perseguita. All'on. Pella rivolge la sua critica - garbata ma non per questo meno .. severa - l'on. La Malfa su LA VOCE REPUBBLICANA del 24 novembre .. Il tema è quello della difesa monetaria, con costante ostinatezza perseguita dal Pella quale ministro del Bilancio. Il nostro La Malfa sostiene appunto .. che questa ostinazione non fu sempre ragionevole e oculata, ma che anzi in determinati periodi si rivelò caparbia, e comunque poco giustificabile in rapporto alle evenienze e ai problemi che si presentavano. << Il non avere colto, le occasioni favorevoli che il piano Ivlarshall ci dava nel 1948, nel 1949, nel 1950 - scrive il La Malfa - ha complicato i problemi negli anni seguenti. Quando l'on. Pella, nel 1950, cedette alle pressioni cosiddette produttivi-• stiche e si decise a finanziare la riforma agraria e la Cassa del Mezzogiorno,. si era già in ritardo di due anni per investimenti del genere. La cosiddetta, "linea Pella" aveva prodotto tutto il suo male. Ed arrivammo all'assurdo che i nostri piani di investimento aumentavano proprio a partire dal mo-· mento in cui le assegnazioni Marshall diminuivano, mentre una politica lun~ gimirante avrebbe dovuto creare un assoluto parallelismo tra le assegnazionf Marshall e i nostri piani di investimento ». Ed insomma, se oggi ci troviamo· alle strette tra il pericolo dell'inflazione e l'urgenza di nuove spese, lo dobbiamo in gran parte proprio ad una politica economico-finanziaria del pas-· sato che, eccessivamente conservatrice ed incurante delle teorie deficitarie~ ha fatto mancare al nostro Paese << occasioni che non si ripeteranno mai più». Lo spettro dell'inflazione viene ripetutamente agitato, da qualche tempo a questa parte, e non sapremmo fin dove per motivi di sincera preoccupa-· zione e fin dove, viceversa, per motivi di mera speculazione politica. Sarà [73] Biblioteca Gino Bianc

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