I portanza dei caratteri industriali, commerciali e fi11anziari (indice 0,208) nei - confronti dei caratteri agricoli, si può per induzione facilmente immaginare quanto più depresso dovesse essere venti o trent'anni prima lo stato economico di Matera e dei paesi che poi formeranno la provincia. Indubbiamente la consistenza numerica delle ditte industriali ed artigiane di Matera e provincia è andata aumentando più recentemente, nella misura del IO% dal 1938 al 1949, ma resta pur sempre vero che tale consistenza è tuttora insufficiente ai bisogni di Matera e provincia. La meccanizzazione delle rare industrie locali è solo un fatto recente. Nel primo ventennio del secolo, ma anche oltre, non poteva parlarsi di alcuna seria attività industriale in Matera ma piuttosto di artigianato, anch'esso primordiale e asfittico; inesistente il telefono, di scarsa imp?rtanza i servizi telegrafici (nell'esercizio 1928-29 i telegrammi accettati nel Capoluogo furono 73.846); irrazionale il servizio del pubblico spazzamento, tenuto in economia sino al 1923 con una spesa di 48.000 lire all'anno e poi passato in appalto con una spesa di L. 67.900 annue (oggi costa circa 30 milioni di lire all'anno); insufficiente l'illuminazione pubblica fatta con 185 lampade (12 ad incandescenza, 4 da 16 candele, 2 da 50 e il resto da 25 candele) fino al 1924, con una spesa rilevante annua di oltre 200.000 lire; vano il tentativo di risolvere il problema delle grotte dei Sassi con la costruzione irrazionale del borgo rurale di Venusio; insufficienti le possibilità dell'Ospedale, compiuto alla fine del 1925; forte e preoccupante lo stato della disoccupazione in città nei primi anni dopo il 1920, da cui una serie di lavori nel periodo 1923-1926 per riparazioni ordinarie e straordinarie ai beni comunali, di riadattamento delle strade interne ed esterne, di pavimentazione delle banchine della piazza centrale della città che vide mutato il nome di Largo Plebiscito in quello di Piazza Vittorio Veneto. Ma questi lavori non mutarono l'aspetto urbanistico della parte piana della città. Esso sarà invece parzialmente modificato dopo il 1930 con la costruzione di alcuni edifici pubblici, di pessimo gusto estetico (Palazzo delle Poste, Banco di Napoli, Palazze delle Assicurazioni, Palazzo della Provincia, di più recente costruzione il Palazzo del Genio Civile e il Palazzo della Banca d'Italia), •i quali peraltro miglioreranno indubbiamente i relativi servizi. Non abbiamo dati sul numero delle abitazioni costruite nel primo venticinquennio del secolo, ma dal registro dei certificati di abitabilità risulta che dal 1926 a tutto il 1931 furono costruiti 1250 vani, divisi in 420 appartamenti, e dal 1932 a tutto il 1937 furono costrui_ti 1291 vani, divisi in 375 appartamenti. Ora, si tenga conto del fatto che la popolazione di Matera [58] Biblioteca Gino Bianco
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