Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

mazione obbligatoria da parte di apposita Commissione paritetica e poi attraverso la scelta di essi da parte delle ditte di noleggio, costituiscono altrettanti fattori atti ad assicurare a:lle opere l'impronta di una effettiva utilità. ChF se infine si vorranno, al termine di ogni stagione cinematografica, _ premiare soltanto un certo numero di documentari, ammessi già alla programmazione obbligatoria ma ritenuti particolarmente meritevoli per eccezionali requisiti artistici e tecnici e per gli argomenti trattati, ciò non potrà che ulterior1nente migliorare il livello qualitativo delle opere, a causa della spinta che un simile provvedimento imprimerebbe alla buona volontà dei realizzatori (primo fra essi il regista dei cortometraggi cosi premiati, al quale potrebbe andare - poniamo - la metà del premio ottenuto dal produttore) . ..... Ove le nuove disposizioni legislative si orientassero sulle basi accennate, non è azzardato nè presuntuoso ritenere - dicono ancora i documenta- · risti - che esse non potrebbero che favorire il più sano sviluppo dell'industria del cortometraggio nazionale, nel rispetto dello spirito del legislatore, della correttezza nei rapporti e del buon costume civile. Ed anche, aggiungiamo noi, a vantaggio del pubblico, cui sarebbe facilmente concesso di apprendere qualcosa durante quei dieci minuti, che ora sono considerati di « noia obbligatoria >. AUGUSTO PETRONE Matera '55: attrezzature cittadine e crisi edilizia . A porsi sul terreno dei fatti, bisognerà pur guardare con simpatia alla storia della nostra piccola comunità nel primo trentennio del secolo. Una storia di piccole conquiste, per un più alto tono di vita. Si apre questo periodo con la questione dell'acqua. Si parlò di acquedotto a Matera, dopo la legge speciale del 1904. Se ne riparlò nel << Piano regolatore di massima per le opere pubbliche in Basilicata» del 5 marzo 1906. Bisognò aspettare la guerra perchè l'amministrazione comunale ritornasse ad interessarsi della costruzione dell'acquedotto; ma non se ne fece nulla. Il rifornimento idrico era primitivo. Oltre ai servizi dell'acqua piovana raccolta in pozzi e cisterne, per gli usi domestici e per l'abbeveramento degli animali, la popol~zione disponeva, per la propria alimentazione, di una sola fontana, eretta al centro del paese ed alimentata dall'acqua della falda della collina di Montagny. Tale falda, avendo la sua sede in uno strato di terreni permeabili di poco spessore, sovrapposto a strati di compattissima argilla, in periodi di prolungata siccità, riduceva notevolmente il rendimento della fontana. In tali situazioni di emergenza la popolazione ricorreva alle acque [55] Biblioteca Gino Bianco •

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