Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

... opportuna divulgazione culturale ad ampio raggio e sia per la insostituibilità del cinema documentaristico quale mezzo sperimentale di sempre nuovi ritrovati tecnici, oltrechè strumento di preparazione e selezione per il necessario e costante rinnovo dei quadri tecnico-artistici dell'industria cinema tografì.Qa. Visto, dunque, sotto questo aspetto, il fenomeno della presentazione pubblica dei cortometraggi assume un significato che va oltre gli apparenti limiti della ricreazione. Ma il pubblico, abbia o non abbia capito lo scopo, ha semplicemente ragione quando protesta a causa di un brutto cortometraggio. Così il documentario, poichè - oltre agli intenti tecnici - ne ha andpe di quelli appunto educativi, e quindi diretti proprio al pubblico, dovrà per lo meno << non dispiacere », sotto pena di apparire un elemento del tutto controproducente. È importante, in conclusione, che si vogliano porre i documentaristi - i realizzatori cioè dei cortometraggi - ir1 condizione di metter su opere meritevoli, di più elevato tono qualitat.ivo, opere che polarizzino l'interesse dello spettatore di media cultura. E poichè abbiamo volutamente accennato ai documentaristi non quali diretti responsabili della qualità delle proprie opere, bensì quali elementi che potrebbero meglio realizzarle a determinate condizioni, è opportuno che qui si faccia la storia, non lunga, della situazione del cortometraggio italiano così come oggi si presenta. Nell'intento di dare vita ad una produzione del genere, le varie leggi sulla cinematografia del dopoguerra previdero agevolazioni per la produzione e lo sfruttamento dei documentari; ciò si rendeva oltre tutto necessario per riempire la lacuna formatasi con l'abolizione, di fatto più ohe di diritto, delle disposizioni che presiedevano all'attività dell'Istituto L.U.C.E. Di nuovo, così, fu invalso l'uso in Italia di costituire ogni spettacolo cinematografico di un film spettacolare (il lungometraggio), di un cinegiornale di attualità e di un documentario. Ma in Italia una simile pratica non si sarebbe potuta, anni or sono, ottenere senza stabilire per legge un obbligo da una parte e un contributo finanziario dello Stato dall'altra: la tendenza, infatti, naturale nei proprietari di sale, a ridurre la durata di ciascunÒ spettacolo per poterne effettùare giornalmente il più gran numero possibile li induce ad eliminare ogni cpmplemento di programma che non apporti loro un beneficio finanziario. Stabilita, pertanto, l'obbligatorietà della programmazione del documentario, occorreva creare una base finanziaria alla produzione e alla distribuzione dei cortometraggi onde non venissero meno quei prodotti che la legge imponeva di proiettare: in tal modo fu concesso al cortometraggio un contributo o premio governativo. In cosa consiste questo contributo? Consiste nell'assegnazione - da parte di un apposito Comitato Tecnico che fa capo alla Presidenza del Consiglio - a favore dei cortometraggi ritenuti meritevoli (di quelli, cioè, [52] Biblioteca Gino Bianco

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