... opportunità il Procacci ha considerato insieme Guicciardini ed Erasmo, ' Machiavelli e Montaigne !). E il problema sar~ allora di vedere quale concreta sostanza storiCiasi celi dietro· i tradizionali termini di virtù e fortuna, se essi non siano per caso concreti e assai penetranti criteri di indagine storico-politica. Che senso ha, ad esempio, affermare che la fortuna .è deformazione ideologica di una realtà strutturale, a proposito di uno scrittore come .Machiavelli, per il quale essa è il termine dialettico necessario di tutta l'imponente costruzione del Principe, è la concreta premessa di tutta la sua costruzione teoric,a della politica, ed altresì tutta compenetrata della sua prof onda consapevolezza della crisi storica? Oppure il Procacci ci verrà a dire che il Machiavelli, lui, non attingeva la crisi prof onda delle strutture? E per quanto riguarda il Guicciardini, quel che interessa nelle grandi pagine della sua Storia non sono le frequenti considerazioni sulla fortuna e sul giuoco vano che essa impone alle sorti umane, ma il modo in cui questa consapevolezza della v,arietà delle cose si incarni nel discorso storico, si faccia potenza di comprensione storica. Il problema va dunque esattamente capovolto: non solo è di fondamentale importanza seguire attentamente le v,arie fasi e i vari momenti delle teorizzazioni, ma compito dello storico è altresì quello di saper cogliere il concreto contenuto storico e politico che si cela dietro quei termini tradizionali: perchè, a rimaner sul piano delle distinzioni strutturali e superstrutturali del Procacci, mi pare che si rimanga altresì al di qua dell'indagine storica. [46] Biblioteca Gino Bianco
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