Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

, logica, m,a al contrario il loro concreto riferimento ad una determinata realtà storica, che è, per la maggior parte degli scrittori considerati, la realtà delle guerre d'Italia. La fortuna, e l'ideologia che questi scrittori costruiscono, non sono dunque da considerare sul pi,ano delle teorizza- . zioni politiche e storiche: chè esse son la « deformazione ideologica » di una realtà strutturale, e ciò che conta è appunto questo sostanziale aspetto della questione (37 ). Il Procacci osserva che quasi tutti questi scrittori parlano dei r,apidi cambiamenti intervenuti all'interno dei vari stati, dei miracolosi acquisti, p~r dire con Machiavelli, e delle miracolose perdite: niente di strano quindi che il criterio con il quale essi tentano di spiegare questo variar di circostanze sia quello della fortuna, di una divinità cioè, per definizione v.aria e bizzarra. Quel che quindi interessa rilevare - insiste il Procacci - non è tanto la concordanza o la differenza tra le varie posizioni teoriche, ma il fatto che tutte si riferiscono al medesimo f enomeno storico, che tutte cerchino di comprenderlo, e che tutte lo deformino in senso ideologico, lasciandosene cioè sfuggire il lato essenziale, la realtà profonda, strutturale. Non solo: ma se si tenta di guardare più a fondo in questa direzione, si vede che in questa coscienza, parziale certo ma dolorosa, che questi scrittori hanno del ritmo convulso degli ~vvenimenti, si riflette la coscienza e l'oscuro avvertimento da parte di una classe sociale del proprio declino, del proprio « svuotamento >>politico (38 ). Solo che anche qui, questa coscienza è tanto oscura quanto parzjale e superficiale era stato, per mèzzo del concetto di forn1na, l'individuazione del problema storico generale. Abbiamo preferito riferire con una certa ampiezza il r.agionamento del Procacci, per avere un quadro preciso delle sue idee e del suo metodo (e lasciamo andare le suggestioni braudeli~ne del suo marxismo). Non rileveremo varie inesattezze che pur si trovano nelle sue pagine, e neppure insisteremo sull'assoluta gratt1ità del paragone che egli istituisce tra un «ricordo>> del Guicciardini e un noto <<discorso>d>el Machiavelli, che egli considera sostanzialmente affini e che invece, a leggerli con attenzione, svelerebbero pro- ( 37 ) G. PROCACCI, La fortuna, cit., p. 408: << Giustificare insomma a un tempo la sua [della fortuna] diffusione e il suo carattere di concreto predicato storie~, di deformazione ideologica di una realtà strutturale »: questo lo scopo dell'articolo. ( 38 ) G. PRocAccI, La fortuna, cit., p. 121. [44] • Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==