rienze, dal momento che al limite estremo la vicend,a stessa della verità non sembra esser determinata dalla << prudenzia >> degli uomini, ma dalla necessità immutabile del ciclo. Le pagine della Cena delle Ceneri ( e non è questp il luogo per indagini più minute), non possono dunque essere interpretate nè nel senso del Gentile, nè in quello del Corsano, nè come affermazione della storicità, nè come annullamento della storicità nella vicenda ciclica: perchè in realtà esse sembran piuttosto documento di un contrasto profondo di atteggiamenti concettuali che non può esser tranquillamente composto nell'una o nell'altra delle due i.t;itepretazioni proposte. Ma quel che qui interessa sottolineare è proprio questa incertezza profonda del Bruno, sono le contraddizioni (se così si vuol dire) che solcano il suo pensiero e gli impediscono di attingere il piano di una dispiegata storicità: e si comprende come sia proprio la presenza di una teoria ciclica ad impedire una più liber~ e spregiudicata articolazione del problema. Anche qui, dunque, occorrerebbe seguir con attenzione e senza strani pregiudizi unitari lo svolgimento e il vario atteggiarsi delle riflessioni bruniane: e non aver paura di dire che la sUiametafisica, per materialistica che sia, è tuttavia, in questo caso, il limite più forte della sua modernità. Non è questo il luogo per altre analisi e altre discussioni (e del resto mi pare che la fisionomià del libro risulti chiara da quel che si è osservato fin qui). Ma c'è ancora un punto sul quale ci sembra opportuno insistere: riguarda l'atteggiamento bruniano verso le religioni, e il giudizio, indubbiamente assai abile, ma ~ssai lontano dal vero, che il Badaloni ne dà nel suo libro (35 ). Il fatto stesso, - osserva il critico - che il Bruno sia passato dal cattolicesimo al protestantesimo, e poi di nuovo dal protestantesimo al cattolicesimo, tradisce la sua sostanziale indifferenza per la religione: chè, se avesse avuto una forte fede religiosa, quei passaggi non si sarebbero mai attuati, ed egli sarebbe rimasto sempre ben saldo e fermo nei suoi convincimenti. Se quindi egli si è avvicinato ai protestanti e poi di 11uovoai cattolici, ciò è dipeso piuttosto da un interesse politico e sociale, che religioso: al fondo di questo atteggiamento, quel che rimane fermo e costante non è evidentemente la fede religiosa, ma la riduzione in termini politici delle religioni storiche. L'osservazione del Badaloni è, come si diceva, ( 35 ) G.BRuNo, p. 179 e sgg. [41] Bib ioteca Gino Bianco . .
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