son citate: e non sarebbe perciò corretto fondar solo su quelle il giudizio sulla sua storiografia: Più che giusto: e nessuno, penso, potrà accusarci di non aver messo in rilievo le molte finezze di cui questo libro è· intessuto. Ma proprio perciò, non è ancora più sorprendente cha }p. sua metodologia sia talvolta di ostacolo alla sua spregiudicata comprensione del passato, e , imponga ad essa lo schema astr,atto di contenuti aprioristicamente conside~ rati come positivi e progressivi? Gli stessi difetti, e gli stessi pregi, si ritrovano (fatte, ben s'intende, le ovvie differenze tra le personalità dei due studiosi) nel recentissimo libro che · Nicola Badaloni ha dedicato alla Filosofia di Giordano Bruno (27 ). Anche qui, la conoscenza dei problemi bruniani e delle varie soluzioni che ad essi son state date dagli studiosi, è scrupolosa ed esauriente: ~utti i migliori contributi critici non sono solo citati, ma spesso lungamente discussi dal Badaloni nelle p~gine del suo libro: e se su alcuni aspetti della cultura rinascimentale (~d esempio, la questione della magia) la sua informazione e il suo g~udizio non sembrano altrettanto solidi e sicuri, insistere su tali difetti non avrebbe alcun interesse in questa sede, dove solo ciò che rifletta un totale impegno metodologico ha ovviamente valore. D'altra parte, il suo libro tocca tanti problemi, e questi son così complessi e difficili, che a seguirli l tutti non si finirebbe più: e per questo, mi sembr~ preferibile sceglierne alcuni, e lasciarne fuori altri, anche se per avventura questi ultimi rivestano grande importanza e siano pregiudiziali per una esatta impostazione della questione bruniana. Si prenda dunque, come ·esempio, il famoso problema del mito d'Atteone e della « Diana ignuda >> che il Bruno espone nel II dialogo degli Eroici furori. Chi ha qualçhe p~atica di studi bruniani, saprà a quante dianche se non sarebbe stato forse inopportuno cogliere la coscienza di questa incapaci~à o difficoltà negli stessi scritti ieonardeschi. Ma qui, comunque, c'è un tentativo storico di spiegazione di un momento essenziale dell'attività leonardesca, ben . più _concreto.di certe troppo facili svalutazioni: si veda ad esempio, J. H. RANDALL JR., The place of Leonardo da Vinci in the emergence of modern Science, in /ourna/, of the History of the ldeas, XIV (1953), pp. 191-202. . ( 27 ) N. BADALONI, La filosofia di Giordano Bruno, Firenze, 1955 (d'ora in poi semplicemente: Bruno). [36] Biblioteca Gino Bianco
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