Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

portanza, e dall'altro l'arretratezza di fronte alla posizione di Leonardo. Qui si tratta di tenere ben distinti i due aspetti della questione: perchè, se da una parte è indubbio che la via della scienza moderna non passa attraverso le pratiche magiche e le loro laboriose giustificazioni cosmologiche ed astrologiche, dall'altra non è men vero che la magia rinascimentale ha grandissima importanza, e non in senso generico, bensì nella costruzione dello stesso mondo moderno: a quello stesso modo che elemento formidabile di rottura e di crisi er~ stata tutta la complicata e più o meno diabolica scienza degli esperimenti nel mondo medievale. Le pagine che Eugenio Garin, il maggiore specialista italiano di questi problemi, ha di recente scritto in proposito, son troppo note agli studiosi dell'Umanesimo, perchè sia il <:asodi ricordarne le specifiche conclusioni. Ma non si può fare a meno di .sottolineare il carattere antidogmatico e, in sostanza, schiettamente antimetafisico, di quelle << superstizioni >>,l'elemento nuovo e di rottura che esse introducono in edifici mentali ben diversamente concepiti e costruiti. S'intende quindi come una valutazione comprensiva di quel complesso intrec- (cio di motivi e di tendenze da cui la tradizione magica è costituita, debba concludere ad un giudizio ben diverso da quello tradizionale in -tanta parte ,della storiografia moderna: e che cioè la magia è cosa ben diversa (mal- _grado le sue molte <<superstizioni») da una pratica superstizios~, perchè \contribuisce anch'essa potentemente all'elaborazione di un nuovo modo di pensare, alla erosione di tutto un grande edificio mentale. Alle origini del mondo moderno non sta solo la scienza di Leonardo, o il pensiero .politico di Machiavelli (per usare un parallelo che anche il. Luporini, alquanto genericamente, riprende): stanno anche queste pratiche oscure e in appa- :renza bizzarre, consumatrici, come ha scritto Garin, di vecchie e venerande .~immaginidell'universo. Rispetto a questo problema, il richiamo <;IelLupo- :rini alla « democraticità della scienza », per suggestivo che sia, suona al- -quanto generico: e non molto più persuasiva riesce la sua proposta di di- :stinguere «molto>> in seno alla tradizione magica. Sia ben chiaro: distin- _g_uere è assolutamente indispensabile qu.ando si voglia porre con concretezza un problema storico: ma distinguere per rendersi conto, in concreto, .del significato operante anche di ciò che oggi è tutto morto e superato, non ~per collocare da una parte gli «spunti>> vivi e dall'altra le morte (come si -dice) « scorie ». E chi nella «magia » volesse andare rintracciando -tutto ciò ,che appare più consono alla scienza moderna, finirebbe per presupporre [32] Biblioteca Gino • 1anco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==