concreta situazione del dipinto nè dall'analisi che il Luporini ne ha dato., ma solo dalla sua metodologia, dal suo orientamento metodologico, presenti, in questo caso, non come concreti strumenti di indagine, m,a come astratte e dottrinarie premesse. Del resto, questa tendenza del Luporini all'esagerazione dei temi e delle conclusioni, ha parecchi esempi pur nelle sue pagine controllate ed eleganti. Parlare, ad esempio, per Leonardo, di un « germinale», ma pur « integrale storicismo» (15 ), perchè tra i suoi frammenti se ne trova uno sulla verità che fu <<solo >> figliuola del tempo, o un altro sul coltello che, « accidentale armatura » « caccia all'uomo le sue unghie, armatura naturale >>, sembra senza dubbio nettamente esagerato. Nè si dica che a completare il quadro di questo germinale ma integrale storicismo -il Luporini cita un passo (An. B. 28 v.) in cui Leonardo parla della infinita varietà dei linguaggi attraverso la infinita successione del tempo e la continua « mistiòn de' popoli che per guerre o altri accidenti al continuo si mistano », e accenna alla sua fede nell'eternità del mondo: perchè da un passo come questo si ricava solo un senso drammatico bensì, ma niente affatto « storico >>, delle catastrofi attraverso cui il genere umano passa; e sarebbe non difficile indicare le sue fonti (non per svalutare, s'intende bene, fila per « storicizzare ») sia in testi antichi che in testi rinascimentali. E quanto alle prime due ,affermazioni, esse sono senza dubbio piene di grande for~a espressiva, ma non di altrettanta chiarezza concettuale: non si legano , (ed è questo che sopra tutto conta) ad una precisa, se pur <<germinale», meditazione storica, è non possono essere perciò assunte che come vaghe indicazioni di un atteggiamento mentale, che ha ben poco a che fare con un « integrale storicismo». Del resto, che verso i problemi del passato Leonardo fosse talvolta preso da un senso quasi di smarrimento e di incertezza, che insomma per lui lo spettacolo delle trascorse età apparisse a tratti quasi impossibilità d'intenderne con esattezza i tratti distintivi e le effettive proporzioni e prospettive, risulta chiaro da questo suo « pensiero » : « Il giudizio nostro non giudica le cose fatte in varie distanze di tempo nelle debite e proprie loro distanze, perchè molte cose passate di molti anni parranno propinque e vicine al presente, e molte cose vicine parranno antique, insieme coll'antichità della nostra gioventù, e così fa l'occhio infr.a le cose di- " stanti, che per essere alluminate dal sole, paiono vicine all'occhio, e molte ( 15 ) Leonardo, pp. 29-30. [30] Biblioteca Gino Bianco
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