Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

.... che stiamo esaminando: a proposito del quale, l'unica cosa che interessi rilevare è la. differenza qualitativa tra i due grandi momenti della storia umana, e il carattere perennemente e necessariamente progressivo (si ricordi l'Anti-Duhring) che segnerà di sè l'epoca della vera fibertà degli uomini. Di fronte a queste osservazioni, non si ripeta che il marxismo ammette per l'umanità alienata il nesso libertà-necessità, e che il rapporto struttura- .superstruttura non annulla il volere dell'uomo: perchè quel volere e quella libertà sono, per ammission~ degli stessi fondatori del marxismo, e per la superiore logica della dottrina, così parziali e illusori da non poter esser considerati veramente determinanti il corso della storia. Altrimenti dove .andrebbero a finire le osservazioni sulla storia che schiaccia gli individui, sugli uomini prigionieri della loro stessa vita sociale, e che solo nella « so- .cietà riunificata » saranno liberi, che si son viste predominanti nelle pagine degli scrittori marxisti? Perciò, quando nel suo molto interessante e istruttivo « r,apporto » al X Congresso Internazionale di Scienze Storiche di Roma, lo storico sovietico A. L. Sidorov (11 ) ha osservato che le leggi econo- ·miche che reggono il corso della storia umana non sono leggi di tipo « naturalistico>>, proprio perchè presuppongono l'azione degli uomini e quindi la loro libertà, il suo discorso è lungi dal risultar persuasivo, tante son le questioni che sarebbe stato necessario distinguere .e che egli invece continua a confondere. E chi ha seguito il ragionamento condotto in queste pagine, ·sa di che equivoco si tratta, e ci esenterà perciò dal compito di parlarne -ancora. Nella storiografia filosofica italiana ispirata alla concezione marxistica, la ' suggestione del marxismo come interpretazione definitiva della realtà, ha operato non solo nella continu.a insistenza sugli aspetti materialistici, impliciti o espliciti, di ogni filosofia degna del nome, ma altresì nella netta .distinzione tra pensatori che preparano l'avvenire, e son perciò nemici della metafisica nella misura stessa in cui sono invece ,aperti alle concrete ricerche naturali, e pensatori che al contrario tentano, più o meno consapevolmente, di ritardare la marcia dei tempi, trasferendo sul piano di impost;t- 'Zioni metafisiche e « platonizzanti » le concrete esigenze dei primi. Da qui ( 11 ) A. L. S100Rov, Les problèmes fondamentaux de la science historique sovietique et certains résultats de son développement, Moscou, 1955, pp. 72-73. Inadeguate sono in proposito le osservazioni di M. Alicata, in Rinascita, XII (1955), pp. 567-68. [27] Biblioteca Gino Bianco

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