Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

I neasse piuttosto gli aspetti positivi che quelli negativi del pensiero crociano,, e che il loro programma di lavoro si configurasse in concreto non solo come semplice ritorno alla tradizione di Marx e di Engels, di Lenin e di Stai~ ma anche come dialogo continuo con la filosofia dello storicismo assoluto,. come continua misurazione dei nuovi criteri con ·i concetti crociani (2 ). Certo, chi in quelle pagine volesse trovare le linee di un marxismo meno sicuro, più timido di quel che oggi domina le pagine della stessa rivista, andrebbe incontro ad un grosso equivoco: i temi della filosofia della prassi erano in quel testo del tutto espliciti e chiari. Non solo: ma quando gli autori del proemio polemizzavano contro la tendenza a far del marxismo una profezia e una religione e insistevano sulla necessità di ritornare alle origini del materialismo storico, ai grandi testi di Marx e di Engels, dimostravano chiaramente quale fosse la loro posizione nei riguardi della interpretazione crociana (e in genere revisionistica) del marxismo: e cioè che Croce, interprete borghese, avesse non poco contribuito a quella JDistificazione in senso deterministico della dottrina, che essi ritrovavano in tanta parte della cultura «tradizionale», e che fin dal 1945, in un saggio sui problemi dello storicismo, Delio Cantimori (3 ) aveva chiaramente rilevato nelle discussioni sul metodo della storiografia. • ·Fin dal primo documento ufficiale del nuovo marxismo, le linee della concezione che i nuovi studiosi intendevano rivendicare, appaiono dunque chiare e nette. E chiara e netta ~ppare sopra tutto la polemica contro le interpretazioni in senso deterministico del marxismo, contro cui già Antonio Gramsci aveva lungamente battuto nei Quaderni del Carcere. Il rapporto struttura-superstruttura - sostenevano quegli studiosi - non è un ( 2 ) Le ragioni del successivo, piuttosto brusco, atteggiamento marxista nei riguar.- di del Croce, andrebbero indagati in separata sede. E' superfluo ricordare qui i vari scritti di Valentino Gerratana: basti citare, per l'autorità dello scrittore, il recente articolo di M. ALICATA, La via di Marx, nel Contemporaneo del 22 ottobre 1955, in cui si legge che la cultura crociana rappresenta « il limite più forte all'affermazione e allo sviluppo, in Italia, di una cultura moderna», e si esortano i marxisti a non assumere verso Croce l'atteggiamento che Marx assunse verso Hegel nella famosa prefazione del 24 gennaio 1873 al I volume del Capitale. (Un atteggiamento assai meno rigido fu tuttavia assunto, in occasione della morte di Croce, da G. MANAcoRnA, in Società, 1952, pp. 589-90. ( 3 ) D. CANTIMORI, Appunti sullo storicismo, in Società, 1945, fase. 1. . I [19] .. ' Biblioteca Gino Bianco

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