Nord e Sud - anno III - n. 14 - gennaio 1956

sioni e non di studio della lingua soltanto ed era perciò naturale che a rappresentare i sentimenti si facessero innanzi le immagini delle persone a cui egli li aveva comunicati. e E' sempre riconcentrato in se stesso.. >: il· De Sanctis nella scuola s'anin1a-- va, si espandeva, e le sue idee prendevano forma, le sue passioni avevano modo di esprimersi. Adesso, invece, bisognava ricacciar dentro tutto quel mondo animato che premeva e voleva vivere, abituarsi a restarsene in solitudine con esso. Era una malattia morale: e << la più efficace medicina delle malattie morali è l'amicizia> (ivi, pg. 5). 11 De Sanctis scrive queste parole per aiutare l'amico e ha innanzi agli occhi se stesso. E si versa tutto, romanticamente, nell'amicizia, vive i patimenti del Vill~ri rivivendo i suoi {« tu sei infelice, solito retaggio degli animi onesti>, ivi, pg. 8; « tu hai l'anima malata, ed ogni piccolo accidente che passa inosservato pel volgo basta a rendere te infelice per lungo tempo>, pg. 11), si sforza di confortarlo e per farlo dà nella filosofia e procura di mostrare che non viviamo invano e che morti ancora seguitiamo ad « amn1aestrare e beneficare > e che in questa coscienza dobbiamo trovar la ragione della nostra esistenza « contro un fato misterioso, che dissolve, con indifferente crudeltà gl'individui > (ivi, pg. 9), ma fa filosofia per se stesso. E al di là delle parole resta la realtà: le illusioni fugate, la e scuola > spazzata via, se stesso esule e solo e riconcentrato in se medesimo, e il lavorìo del cervello su tutto questo. Il De Sanctis si rifugia nei sogni, la propensione romantica aiutando: e la malattia non era in ciò, come egli pur crederà più tardi, ma nel fatto che la volontà operativa, la quale in quel fantasticare si ripo• sava e alimentava, non trovava poi modo di spiegarsi come avrebbe voluto. E quando infatti il De Sanctis potè tornare alla scuola, potè ricominciare a operare, rinacque: << queste care fanciulle mi hanno ridonato dopo sì lungo obblio alla vita. Accanto a loro mi sento ritornare io. Oh i miei giovani, i miei giovani! » (ivi, pg. 11). E coi libri di nuovo tra le mani, con la testa occupata dalle lezioni che deve tenere è << tutto il passato > dell'intelligenza che torna: e se pure si sente ancora come l'uomo di Platone che esce dalla caverna e deve badare a ricostruire se stesso, e seppure quello stesso passato appare a volte << un sogno, un lontano fantasma» (ivi, pg. 15), sono, verrebbe quasi voglia di dire, sono le debolezze di una lunga convalescenza. Fin nelle cose politiche sembra che in questo inizio del '54 vi sia un rifiorire di speranze: « quanto poi a' tempi, mi sembra che s'accosti il momento in cui tutte le opinioni che ci scindono, soggiogate dalla influenza del fatto, si riuniranno. Tale è la mia fede intorno al principio nazionale > (ivi, pg. 16). E la mente torna agile e pronta alla lettura, e la cara amicizia che l'ha aiutato a sopravvivere non fa velo alla serenità del giudizio sui lavori che il Villari veniva scrivendo in quegli' anni, pur se la delicatezza dell'animo suggerisce una critica indiretta, tutta implicita, che dice quel che lo scrittore non ha fatto dicendo quel che si sarebbe dovuto fare (ivi, pgg. 18 e 21). Tra le lezioni alle << care fanciulle > e la preparazione di altri corsi, tra la scrittura di un articolo e la rinnovata dimestichezza alla lettura, il De Sanctis, dunque, rifiorisce: e s'innamora. Nasce nel suo [125] Biblioteca Gino Bia co ..

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