è cc deperibilissimi » e se ad esse si dovessero agg·iilngere le cifre inerenti alla produzione ed alla esportazione della frutta secca (noci) nocciuole, arachidi, fichi) ecc., per oltre 12 miliardi di lire), si raggiungerebbe un volume tale da giustificare l'affermazione che la Campania è all'avanguardia della esportazione agricola italiana e che, per la sua enorme imp,ortanza, nieriterebbe il riconoscimento e l'appoggio degli organi preposti alla vita economica della nostra regione e del Paese. « Gli sforzi deg1i onesti esportatori vengono però resi ancora più penosi dalla esistenza di delicati problemi la cui mancata soluzione aggrava le difficoltà in cui gli operatori si dibattono. Primo fra questi problemi quello del mercato ortofrutticolo. È posS,ibile immaginare che contrattazioni per centinaia di milioni possan,o essere stipulate, senza un minimo di garanzia, sulla pubblica strada? E che centinaia di persone giornalmente si riuniscano, sui marciapiedi di via Firenze e corso Novara, per discutere e trattare la vendita ·o l'acquisto di vagoni di merce lavorata e pronta per spedizione, alla mercè di elementi poco raccomandabili che fanno di questo pseudo-mercato un loro f eildo e un canipo delle loro gesta? « Per dare un'idea del come si svolgono le contrattazioni diremo· che i prezzi di acquisto non rappresentano - cosa che in·uece è pacifica in qu.alsiasi mercato del mondo - l'e risultanze di una contrattazione tra venditori e compratori in base alla legge della domanda e della offerta) ma la volontà di un gruppo di mediatori che hann.o preso a dominare il mercato, fiss,an,do con criteri unilaterali il prezzo di giornata di ogni singolo prodotto, prezzo al quale, senza essere interpellati, debbono attenersi compratori e venditori. Questa che sembra una fiaba è putroppo una sconcertante realtà che spesso provoca spiacevoli incidenti allorchè - e ciò avvien,e sov,ente - per interessi inconfessabili si gioca al rialzo ed al ribasso, sconvolgendo il lavoro degli operatori seri e provocando reazioni all'estero che si ritorcono sull''intera economia locale. « E tutto questo nel disinteresse completo e nell'assenza di chi dovrebbe sentire il d·overe di essere presente per prevenire e tutelare. È indecoroso, per una grande città, centro del più importante mercato ortofrutticolo di esportazione per l'estero, chiudere gli occhi sullo sconcio di questo mercato. Ma per le auto,rità, evidentemente, il settore ortofrutticolo con i suoi miliardi di valuta pregiata che rinsanguano l'economia nazionale, con le migliaia di lavoratori stagionali, con l'attività delle industrie degli imballaggi e soprattutto per ciò che rappresenta per gli agricoltori che dal collocamento dei prodotti traggo·no la loro ragio,ne di vita, non ha alcuna importanza oppure ne ha una trascurabile. La Camera di Commercio di N apoli da oltre tre anni ha preso l'iniziativa della costituzione di una borsamerci ortofrutticola in relazione alla apposita legge che ne fa obbligo. Pur- [94] Biblioteca· Gino Bianco
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