Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

Nè va sottovalutata, nell'analisi della nuova camorra, la sua reinserzione nelle vicende politiche. I giornali napoletani sono zeppi, oltrechè di significativi episodì che si svolgono durante le varie fasi elettorali, dei resoconti delle cronache municipali, nella Sala dei Baroni, al Maschio Angioino; e dei visi e dei nomi di noti guappi (come « Ciccio l'acquaiuolo », al secolo: Francesco Iasevoli) che nel pubblico si notano; e delle urla e bestemmie e insulti che lanciano, dei tumulti che scate11ano,dei tentativi di invadere l'emiciclo; e degli ordini del giorno di protesta delle minoranze, fra cui, nel '54, quello a firma dei Consiglieri Comunali on. Giovanni Leone, on. A. R. Jervolìno, on. Mario Riccio, prof. Luigi Palmieri ed altri, dove si invitava il Sindaco, Achille Lauro, Presidente del partito mo11archico «popolare>>, a intervenire, se non si voleva che le minoranze, · impedite nei loro diritti, abbandonassero definitivamente l'aula. *** L'uccisione di Pasquale Simonetti, avvenuta il 16 luglio al corso Novara, verso mezzogiorno, era un episodio abbastanza grave. Ciò che è accaduto il 4 ottobre ha documentato, senza equivoci, a qual punto sia giunto, in Campania, il triste fenomeno della camorra. Il Simonetti fu ucciso da due giovani, certo Gaetano Nuvoletto da Villa Literno (tuttora latitante) e Carlo Gaetano Orlando (poi arrestato), figliuolo dell'attuale sindaco di Marano, Angelo, elettt> con la lista comunista. Il 4 ottobre, nello stesso punto dove cadde Pasquale Simonetti, la vedova Assunta Maresca ( << Pupetta »), appartenente ad una famiglia di Castellammare anch'essa ben nota per i suoi trascorsi cammoristici (la famiglia dei « Lampetielli »: questo il soprannome dei Maresca), si vendica finendo a revolverate l'uomo che lei considera il mandante nell'omicidio del marito: il g,ossista Antonio Esposito (<< Totonno e' Pumigliano ») da Pomigliano d'Arco. Fugge, si nasconde, concede interviste, tenta di diffondere la tesi della legittima difesa, infine è catturata in una ospitale casa, a Pimonte, sui Monti Lattari. Nei suoi interrogatori lascia cadere la tesi della legittima difesa e, come fece a Rombiolo Serafino Castagna ( << il mostro di Presinaci >>)con la. [89] Biblioteca Gino Bianco

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