Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

tuiti, da posizioni acquisite, da vecchie abitudini e modi di pensare, non si può contrapporre che o una imperiosa necessità economica (superamento di debolezze strutturali dell'economia) o una necessità di ordine più specificatamente politico e difensivo (bisogno di indipendenza, difesa comune ecc.); e la priorità di un motivo sull'altro dipende dalle circostanze stesse in cui la vita degli organismi che si vogliono integrare o federare si svolge. La caduta della C.E.D., superati i notevoli contraccolpi dell'insuccesso, avrebbe dovuto portare ad una ripresa della spinta europeistica sul terreno economico, per qualche anno sacrificato a più impellenti ragioni politiche , e militari, se nel frattempo altri fatti non fossero intervenuti ad arrestare, anche in quel particolare settore, la marcia. Intendo alludere alla formidabile espansione congiunturale dell'economia britannica e tedesca ed alle tendenze dissociative alle quali tale espansione ha dato luogo. In sostanza, ancor prima della caduta della C.E.D. e per molti mesi dopo, non solo si è spenta qualsiasi iniziativa europeistica in campo economico, ma quel processo associativo che aveva dato luogo all'iniziativa dell'O.E.C.E., sia in materia di liberazione degli scambi, sia in materia di congegno multilaterale dei pagamenti (Unione europea dei pagamenti) subiva una pericolosa crisi e minacciava di franare. Manifestazione di questa crisi fu la battaglia per la convertibilità 1nonetaria, iniziata dalla Gran Bretagna, nel culmine della sua espansione economica, e seguita dalla Germania, orgogliosa del formidabile e insospettabile sviluppo economico raggiunto negli ultimi anni. Alfieri di questa battaglia furono il Cancelliere dello Scacchiere, Butler, in Gran Bretagna, e il Ministro dell'Economia, Erhard, in Germania; e non è scars~- mente significativo che gli uomini rappresentativi della congiuntura favorevole, fossero gli uomini impegnati nello sforzo finale di realizzare la convertibilità. Come dichiarai alla Conferenza parlamentare europea di Parigi nel marzo 1954, in polemica con i conservatori inglesi e con la maggioranza governativa tedesca, attentamente ascoltato da laburisti e socialdemocr,atici, la marcia verso la convertibilità delle due Nazioni economicamente più forti dell'Europa Occidentale, avrebbe soddisfatto alcune esigenze nazionali, se non nazionalistiche, dei due Paesi, ma avrebbe indebolito e messo in forse il processo di integrazione economica dell'Europa. [7] Biblioteca Gino Bianco

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