Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

do le regole tradizionali della camorra, si scende al dichiaramento, cioè a un duello da farsi dopo un banchetto. Il ristorante scelto è A 'Fenestella, a Marechiaro. Prima, sedute a due lunghe mense, disti11te, le gangs si sa• tollano e s'ubriacano. Poi, sulle balze di Posillipo, si scatena un inferno. Il fratello secondogenito di Carmine Spavone, Antonio, uccide a pugnalate o 'mpicciuso. Quindi, in auto (ai tempi di Cuocolo c'era il landau) corre a casa, nel Borgo Loreto, il più cupo e triste quartiere di Napoli (Mastriani vi ambientò molti dei suoi romanzi, fra cui Ciccio, pizzaiuolo del Borgo Loreto), e grida trionfante alla madre (cito dai documenti del processo): « Oi mà, aggio accisa o 'mpicciuso! >> (« madre, ho ucciso lo Spavone ! ») Va poi dalla vedova, ancora ignara, e spavaldo le urla: « Vuò a o' marito tuie? Sta ncopp' o marmo a e' Pellerine » (« Vuoi tuo marito? Sta steso sul marmo all'Ospedale dei Pellegrini! »). Una vera scena madre, degna della penna di Francesco Mastriani e del teatro di Raffaele Viviani. Adesso Antonio Spavone, « malommo >> junior (a lui dopo la morte del maggior fratello passò il titolo, secondo l'araldica) ricorda la sua impresa sullo scoglio dove si leva l'ergastolo di Santo Stefano. Il mondo delle gangs è formato anche da altre che, però, non nascono nell'atmosfera del grosso baito, ma del puro banditismo: si vedano, i casi, per esempio, di Mario Nasti e Giuseppe La Marca, oggi affidati entrambi alle galere della Repubblica. Ed è su questo sfondo che la città è atterrita da una catena di delitti, tuttora rimasti impuniti: l'uccisione. del farmacista ottantaduenne Francesco Ferrara e della figliola Elena (« delitto di Porta Nolana »); della insegnante elementare Emilia Esposito, uccisa nella notte di Capodanno del 1948 nel suo appartamento al n. 75 del Corso Umberto di Torre Annunziata («delitto di Capodanno>>); del commerciante di dischi Francesco Esposito ( « delitto del Chiosco di Monteoliveto >>); della signora Maria Esposito ( « delitto del palazzo Tucci >>)e del · ricco usuraio Ulrico Bello, rinvenuto con il cranio sfondato in piazzetta Mondragone, tutti omicidi compiuti a scopo di rapina (la frequente omonimia è un caso). Non si sono citati, naturalmente, altri numerosi e gravi delitti, pur rimasti impuniti, avvenuti in questi ultimi dieci anni nelle provincie della Campania, in quanto essi (per esempio l'uccisione dell'ingegnere tedesco Hans Leohnard Ludwig Peterreins presso la << Domizi~na. >?; dell'undicen ... [85] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==