Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

fatto lo si era constatato sin dallo scorso aprile, quando molti giornali avevano mandato a Vibo i propri inviati per la sanguinosa vicenda di Serafino Castagna, << il mostro di Presinaci >>, che, dopo aver ucciso cinque persone e averne ferite due, nelle campagne di Rombiolo (il Comune del catanzarese di ,cui Presinaci è una borgata), s'era fatto fuggiasco, lascia11do un elenco di ventiquattro persone da stender morte. Apparve chiaro, in quella vicenda, che il Castagna, pur braccato senza sosta, non si arrendeva, continuando, ogni tanto, a tirar s,chioppettate, perchè sperava nell'aiuto della ndrina del catanzarese, che, munendolo delle sue credenziali, gli avrebbe potuto far raggiungere i piani dell'Aspromonte (1 ) e di là, come è accaduto per taluni di quei fuori-legge, clandestinamente, le Americhe. È facile dire che anche in America, prima o poi) bisogna fare i conti con la giustizia. Ma le cronache della malavita meridionale provano che, spesso, l'America diventa la grande giungla in cui, con diverso porne, ci si può costruire una nuova vita. Per due mesi Serafino Castagna tentò approcci, mandò ambascerie. Ma la mafia catanzarese, temendo l'impopolarità che le sarebbe derivata dalla difesa di un uomo macchiatosi di delitti così atroci, fra cui l'uccisione del padre e poi di due donne, oltre ai tentativi fatti per sopprimere altre vittime, poichè la popolarità è un fattore essenziale del suo giuoco, gli rifiutò ogni aiuto. E poi, in fondo, il Castagna - per quanto affiliato alla ndrangliita - aveva agito per conto proprio. Fu così che, venendo queste cose sotto l'occhio dei giornalisti, sulla sta1npa si cominciò a parlare d'una mafia calabrese. E la scintilla diventò un piccolo incendio allorchè, nell'edizione calabrese de Il Messaggero (24 aprile e.a.), Francesco Doldo, in una sua corrispondenza, denunciò che neila sola provincia di Reggio i latitanti, di cui molti ricercati per gravi delitti. (40 erano responsabili di omicidio: v. l'Unità dell'8 settembre '55), ammontavano a centinaia. Quanti, esattamente? L'Unità, dopo aver detto (6 settembre e.a.): « ... i latitanti, in tutta la provincia, sembra siano non 200 ma 167, numero che si è ulteriormente ridotto dopo gli ultimi arresti», 1'11 settembre precisò: << ieri, la Questura ha fornito ai giornalisti la ( 1 ) Una chiara e aggiornata descrizione dell'impervia regione (<<aggiornata» nel senso che prospetta l'attuale situazione delle colture agricole, della viabilità, ecc.) è lo studio: << L'Aspron1onte » di Armando Mafrici su Le vie d'Italia (la rivista del Touring), nel fascicolo del settembre di quest'anno (pag. 1120). [79] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==