Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

; vecchia parola. E anche 1a nuova camorra si t macchiata di vari e gravi ' delitti. Che importa se un fenomeno si presenta con nome e aspetti nuovi? Anche il pittoresco << cappello calabrese>> che ebbe la sua voga nell'800, ispirando perfino il modello d'un copricapo per dame, è oggi sostituito da baschi e berretti; e il posto dell'archibugio dal calcio ricco d'intarsi è stato preso dal pistole-machine. E, nei cangiamenti <li. una lingua viva, << bandito >>l1a sostituito « brigante ». Ma, se diverso è lo stile, o, se si vuole, la tecnica, identica è la sostanza. Perchè è vero che il « bandito >> veste pa11ni moderni, guida potenti Cadillac, usa armi e complessi mezzi scientifici e meccanici, come nello scassin,amento delle casseforti: ma se mutati sono i costumi e l'architettura della scena, il dialogo non è forse sempre quello? O perchè non ricordare i cento e cento casi, accaduti in questi ultimi anni, di corriere fermate, per limitarci a un solo settore, nel nuorese e nel reggino, con passeggeri derubati di gioielli, portafogli e orologi? Una citazione? Eccola, da Il Mattino del 22 giugno c. a.: « Audacissime gesta brigantesche nel reggino. Due corriere assalite da banditi travestiti da donne. I malviventi, armati di pistole e mitra, hanno depredato una sessantina di passeggeri, dopo aver rapinato due persone in motor-scooter ». La delinquenza, il ban.ditismo sardo, specie nella cupa plaga d'Orgosolo - si dirà - è una rovente faidao Esatto, ma solo in parte. Infatti, come spiegare gli assalti, che anche là avvengono, alle corriere? E le rapine? E gli omicidi in conseguenza delle denunce fatte per averle subite? L'unico punto ben fermo, per la Sardegna, è che lì non si può parlare di mafia, come esiste in Calabria o ancor più in Sicilia, ma solo di banditismo, in una radicata atmosfera di omertà, ,con un cronico riavvampare; come prova, fra i tanti, un fatto recente: l'uccisione, << per errore », avvenuta in un agguato il 18 settembre e.a., sulla via Mamoiada-Nuoro, di tre persone; mentre una quarta ha avuto la fortuna di rimanere solo ferita. Eppure Pasquale T_anteddu è ormai stato ucciso da un pezzo, han ragionato i più. Ma non è la morte di un bandito che taglia le radici d'un male così antico. Comunque, che la morte scendesse così tragicamente fra gli olivi e i sughereti di Sardegna era un fatto. noto, cui l'opinione pubblica s'era ormai quasi abituata. Ma che in vaste zone della Calabria un complesso fenomeno di delinquenza avesse creata una situazione intollerabile e inconcepibile per un Paese civile, ecco, questo è stato, per l'opinione pubblica italiana, un amaro frutto dell'autunno '55. Eppure, questo stato di [78] Biblioteca Gino Bianco

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