éòpertina a colori nello stile del vecchio Beltrame, costituis,ce, da cinquant'anni, un eccellente affare, date le richieste che, dagli Stati Uniti all'Argentina, da tutti i paesi del << nuovo Continente » .ne fanno i vecchi emigrati. Nel '50, e poi, recentemente, in questa estate, ho visto il vecchio brigante all'Ospedale Psichiatrico Provinciale di Reggio Calabria dove egli fu trasferito nel dopoguerra dal manicomio giudiziario di Reggio Emilia. I calabresi conoscono bene la storia del fuorilegge d'Aspromonte e sanno che alla sua origine vi fu un'autentica ingiustizia: la condanna a ventun anni, due mesi e quindici giorni inflittagli il 27 settembre 1898dalle Assise di Reggio, per il mancato omicidio di Carmine e Vincenzo Zoccoli (padre e figlio): del quale delitto tanti anni dopo, quando il reato sarà ormai prescritto, si confesserà autore, negli Stati Uniti dov'era emigrato, quel Nicola Travia che sparò ai due, lasciando poi che gli Zoccoli e la voce pubblica e i giurati condannassero un innocente, trascinato in carcere perchè, essendo egli un noto nemico degli Zoccoli, sembrò logico in un classico procedimento indiziario che fosse stato lui, Musolino, a puntare l' arma. Adesso, nella sua vita di ricoverato, Musolino mangia, fuma, guarda la gente senza vederla, tutto distrattamente. Legge molto: giornali, riviste, libri d'ogni specie, dai romanzi ai testi scientifici, e perfino trattati di filosofia. Riceve molti pacchi, soprattutto dall'America. Sono doni di calabresi emigrati, una volta contadini poveri, ora facoltosi industriali e commercianti, che lo ricordano. Già durante il processo molta gente in Calabria, per un insieme di ragioni, parteggiava apertamente per il brigante. Si può immaginare dunque quale ripercussione ebbe molti anni dopo fra gli emigranti meridionali, e in modo particolare fra i calabresi, la conferma per bocca del vero colpevole, il Travia, che Musolino aveva ragione quando si proclamava innocente. Dalla ultima condanna (che ha sottratto il brigante per quasi mezzo secolo alla vita nella società) ad oggi, questi cala- . bresi, anche dall'America, hanno continuato a scrivere a Musolino lettere di simpatia, auguri per le feste religiose e per il suo onomastico, e ad in-- viargli dollari e pacchi con viveri ed indumenti. Nessun colore giornalistico, dunque. E così è per la camorra: perchè nel napoletano esiste ormai di nuovo, radicata e forte, forse meno appariscente della clamorosa delinquenza del primo dopoguerra, ma più insi-- diosa e tenace, la camorra. Anche se non si chiama più così, essa è però in sostanza un'associazione non diversa da quella che era indicata con la [77] Biblioteca Gino Bianco
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