Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

.. DOCUMENTI E INCHIESTE Dai mafiosi ai camorristi << L'operazione Aspromonte», o anche « operazione Marzano» - dal nome dell'Ispettore Generale di P.S. Carmelo Marzan·o inviato a reggere a fine agosto la Questura di Reggio Calabria per le eccezionali condizioni in cui si trova quella provincia - ha rivelato al paese quali siano anche in Calabria, come già in talune zone di Sardegna e Sicilia, le conseguenze di una situazione sociale, politica, economica, umana dove la violenza delle passioni, resa più selvatica e cupa da ignoranza, superstizione, miseria (ma una miseria d'un tono così atroce che non può credersi se non ci si vive dentro), fa sì che a centinaia pullulino i fuori-legge, gli uomini in rotta con la «legalità». Parlare di brigantaggio o banditismo in tutta la Calabria, è generalizzare e, dunque, falsare. Più esatto, invece, è dire che in certe zone v'è ancora, radicata, la mala pianta del malandrinaggio e della mafia. Nel marzo del 1875 Pasquale Villari inviava, ad un giornale di Roma, L'Opinz·one, le sue « Lettere meridionali·>> su << La camorra», << La mafia», « Il brigantaggio», poi più volte pubblicate e infine fuse negli Scritti sulla questione sociale in Italia (Sansoni, 1902). È d'un certo interesse constatare che, ottant'anni dopo, mafia, camorra, brigantaggio sono ancora temi attuali della pubblicistica italiana. È poi di questo dopoguerra la pubblicazione di Eroi e briganti di Francesco Saverio Nitti (Longanesi ed.), dove appunto lo statista lucano analizza il perchè ancora oggi la figura del << brigante >> sia così popolare per le terre che furono del Regno delle Due Sicilie. Un fenomeno, che merita il suo inserimento nel quadro, è la popolarità, per nulla esaurita, di quello che, dopo Fra' Diavolo e Il Passatore e fino a Giuliano, è stato il più celebre e il ·più romanzato dei briganti d'Italia: Giuseppe Musolino, la cui Vita, edita da una Casa fiorentina, con una [76] Biblioteca Gino Bianco

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