Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

Attualmente è indispensabile non lasciare allo scoperto i bisogni del1' armentizia, esercitata da anni dai nostri armentari; e fare in modo che il connubio armentari-picco.Ji allevato.ri di greggi non v-enga rotto, ma cementato dalla collaborazione nell'assegnazione e nell'uso dei pascoli montani; e è necessario che la disciplina delle assegnazioni sia regolata in modo da potenziare il•rendimento delle erbe pascoli ve, sinora neglette. I montanari abbandonano i monti, ma anche le· erbe dei pascoli si diradano, poichè, tanto il sovraccarico quanto lo spopolamento ovino possono esaurire i pascoli. L'armentizia scorre in un periodo di mantenimento del bestiame che gli armentari possiedono e non già in quello di accrescimento. Motivo precipuo in questa fase critica è pertanto quello di rendere migliore la possibilità di vita sia per le greggi stanziali che per quelle transumanti. Di questo, armentari grossi 'e piccoli sor10 insieme convinti. Ma i primi hanno, nelle _discussioni, ribadito anche altre richieste, che appaiono già come il risultato di un felice incontro con la tecnica; e che potrebbero assicurare all'economia della montàgna appenninica un suo soddisfacente avvenire. Un avvenire c_he,a fianco dell'azione di miglioramento zootecnico diretto a selez~onare le razze e ad affiancare agli ovini - ove po·ssibile - altre specie animali più redditizie, o, comunque, più facilmente assuefabili all'allevamento stanziale, conservi an-che le basi indispensabili al 1nantenimento di quell'arm,entizia transumante, che non può ancora trovare elementi di conveniente sostituzione. Queste basi consisterebbero sostanzialmente in una adeguata sede di svernamento delle greggi, da concretarsi sia con l'estendere i prati artjficiali pascolabili, sia con la concessione agli armentari od a cooperative di pastori (con gestioni in compartecipazio,ne), di ql1elle terre espropriate dalla riforma che sono meno convenientemente appoderabili e trasformabili. Altri suggerimenti e proposte concrete e serie non sono mancate. Qualcuno ha suggerito di sostituire all'asta pubblica il sistema del concordato tra Comune ed allevatore, tenendo come base, nei prezzi d'affitto, l'indice dei prezzi dei prodotti (lana, latte, carne); di adottare norme circa l'assegnazione · del pascolo in concessione agli armentari ed ai piccoli allevatori; di esonerare i piccoli allev'atori dalla tassa cc fida pascolo, », o devolverla a beneficio di opere di sistemazione pascoliva e di altre opere indispensabili; di affittare pascoli a lunga scadenza e riservare nelle affittanze zone pascolive per la costituzione di foraggere da impiegarsi nell'alimentazione invernale delle greggi stanziali; di far concorrere alle ·opere urgenti di sistemazio,ne montana Istituti ed Enti che hanno incassato somme dagli armentari a titolo di miglioramento pascoli; di favorire, nell'assegnazione dei pascoli, gli Enti che si obbligheranno all'affitto per almeno cinque anni; di rispettare infine per i poveri pastori l'applicazione del contratto nazionale. . Ci sono state, _inoltre, varie iniziative ad opera della Pia Unione Pasto,ri,I [58] I Biblioteca Gino Bianco

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