vita nazionale. Nel '44 vi sono stati in Itcdia uomini che hanno tentato di imporre una soluzione democratica e progressista dei nostri problemi: nia la più parte di essi ha dovuto constatare che il più grosso ostacolo era 1'appresentatoproprio da un partito comunista potsibilista e pronto a qualsiasi compromesso. In giorni assai più recenti abbiamo potttto constatare che all'on. Togliatti non interessava lo Stato di diritto, lo Stato delle libertà moderne, su cui fino al giorno prima aveva pianto tutte le lacrime dei suoi aniici, e che anzi era disposto a barattarlo contro il più meschi'no tatticismo. Questi sono piccoli esempi, determinazioni particolari del fatto generale che si è enunciato_più sopra. E su di esso non vi sono volute retoriche o pseudo-storiche che tengano: è perfettamente inutile paragonare la funzione dei comunisti di oggi a quella dei rivoluzionari del 1848 ed è ancora più inutile fare appello alla hegeliana astuzia della ragione e dire che malgrado tutto, malgrado se stessi e le loro intenzioni, i comunisti assolvono una funzione liberale. Il partito com1,1nistaè un partito che ha spezzato con la violenza le strutture della vita democratica nei paesi in cui ha conquistato il potere, e che, se potesse, farebbe a/,tretta11toda noi: un tal partito non può assolvere, nè oggi, nè fra dieci anni, una funzione liberale. Conviene lasciare queste dispute agli orecchianti di un malinteso storicismo, ed adottare intanto un'altra logica, la logica della politica, in nome della quale gli avversari sono avversari e varino combattuti come tali; e messi, con tutti i mezzi costituzionali e democratici, nell'impossibilità di nu_ocerealla democrazia stessa. Nella politica generale che si è fatta verso i /comunisti e verso i loro compagni di viaggio tra il '47 e il '53, pur tra molti errori di valutazione e di comportamento, v'era u11e,'sigenza giusta, quella di isolare i comunisti. I comunisti godevano di tutte le libertà degli altri cittadini, facevano la loro propaganda, i loro comizi, organizzavano i loro sindacati, i partigiani della pace e di che so io, eleggevano i loro deputati. Ma restavano isolati. La libertà ha bisogno di difendersi: e si deve difendere senza violare le norme fonda mentali dello Stato italiano. Quando tali norme sono state violate, noi per primi siamo insorti a denunciare queste violazioni (si ricordi il caso delle discriminazioni amministrative). Ma siamo insorti n.on perchè credessimo che i comunisti f assero divenuti d'un tratto deniocratici, ma perchè avevamo (ed abbiamo) il senso dello Stato di diritto; non possiamo perciò ammettere che ne siano calpestati i principi. [4] BibliotecaGino Bianco I
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