pascolato basta a nutrire circa 7 pecore: ora cento pecore vogliono un custode; e, oltre al pastore, vi è sempre un'altra persona, il casaro, il dirigente, il commerciante di formaggi, carne, lana, ecc. Quindi abbiamo su cento ettari (bastando i 100 ettari per 700 pecore) 14 persone che lavorano, per almeno 300 giornate all'anno per ciascuna: così che sono 4200 giornate all'anno che in cento ettari offre la pastorizia, mentre con 26 giornate per ettaro, la granicultura offre solo 2600 giornate di lavoro all'anno. Il ragionamento dell'on. Rivera non fa una grinza. Ed è significativo a spiegare tutto un errato sistema di economia. Intanto quelli che ne risentono per primi le conseguenze sono i comuni di montagna che da quest'anno han cominciato a trovarsi di fronte alla grave falla apertasi nei loro magri bilanci per il mancato cespite dei pascoli; e i poveri pastori, a cui non è stato ancora detto come resistere sui monti, d'inverno, senza adeguate e larghe provvidenze che ne assicurino la sopravvivenza. Sanno certamente i tecnici preposti alla nostra agricoltura che la pastorizia stanziale, la più povera, quella basata su 50, 100, 200 capi, a causa degli ultimi eventi ha superato di circa un terzo le mandrie transumanti; nell'aquilano, e nel teramano in ispecie, i n1olti plicano i piccoli allevamenti; e la cifra che qualche anno fa si conteneva sui 150-200 mila capi, ha preso il sopravvento sugli armenti transumanti, arrivando oltre i 350 mila capi ovini; mentre le mandrie transumanti si sono oggi trovate al rovescio. Una nuova forza, poi, sociale, alimentata da coloro che devono aumentare gli introiti, ricorre per vivere alla pecora, ricorre alla minuscola industria, al mezzo più pratico per salire al pascolo dei monti. Scacciati dalla pianura e dalle colline, dove le loro pecore brucavano, i piccoli allevatori intendono sopravvivere utilizzando quel pascolo che sino ad oggi è stato privilegio dei transumanti; ma, al nuovo gregge, manca il respiro nelle stalle incomode e ristrette, manca l'alimentazione sufficiente, mancano i ricoveri, mancano le casette ed i fontanili, manca la tecnica per il miglioramento delle razze, manca il pastore istruito che possa sopperire all'incapacità dei piccoli allevatori, i quali usano metodi di ancora cent'anni addietro; manca infine la speranza di poter attingere un giorno ai pascoli estivi, come gli armentari ricchi ... Si è forse fatto qualcuno, in Abruzzo, promotore convinto della costituzione di centri per il miglioramento delle razze, per l'istituzione di caseifici anche per la lavorazione del latte vaccino (mentre in tutti gli altipiani di Abruzzo esistono le premesse per una fruttifera industria del latte), per la istituzione di lanifici, per la produzione di tessuti di uso famigliare, per la istituzione di corsi professionali di insegnamento ai pastori, per l'organizza .. zione dell'alpeggio delle greggi? Sono aspirazioni, queste, che si stanno manifestando al grido, fievole, per ora, di quei numerosi contadini che hanno bocche da sfamare e che vorrebbero perfino diventare pastori dei pascoli comunali. [57] Biblioteca Gino Bianco
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