Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

in sede economica e quello che fornisce i servizi sociali, si pensò che a La Martella la convivenza dell'Ente di Riforma (che eseguiva gli espropri e la distribuzione dei terreni) con l'UNRRA-CASAS (che aveva progettato il borgo e che era proprietario delle abitazioni) potesse rappresentare una situazione ideale. E tale convinzione era avvalorata dal fatto che a La Martella, per svariati motivi, si sono trovati a convivere assegnatari e non assegnatari, il che ha creato pericolose scissioni nella neonata comunità; tanto più evidente appariva, dunque, la necessità che un ente diverso - non impegnato cioè in rapporti di natura economica e tecnico-agricola con uno solo dei. due gruppi di cui consta il borgo - svolgesse un lavoro inteso ad instaurare, tra gli abitanti di La Martella, uno spirito comunitario che ne assicurasse la coesione e l'accordo. Tale collaborazione con l'UNRRA-CASAS fu anche raccomandata dal Ministro Medici agli Enti di Riforma, con una lettera del 14 luglio 1954. Il gruppo assistenza dell'UNRRA-CASAS aveva iniziato la sua opera nel borgo fin dall'estate del 1953. Esso si era trovato a dover affrontare numerosissimi problemi: dalla situazione edilizia di tutto il borgo, che, progettato con estrema cura e con i criteri più moderni, era stato poi realizzato in gran fretta, prima delle elezioni, e subito dopo abbandonato senza strade, privo di molti servizi e con varie parti delle abitazioni già malandate; ai difficili rapporti con gli addetti sociali dell'Ente Riforma, tutti presi dal loro compito di catechizzare e « decomunistizzare », con ogni mezzo e a qualunque costo, gli assegnatari. Tuttavia, il lavoro del gruppo UNRRA-CASAS pareva doversi avviare a buoni risultati: un corso di educazione degli adulti era assai ben avviato e un corso di taglio e cucito era seguito con profitto dalle donne del borgo. Ma, nel febbraio 1955, durante una riunione, alla fine di una lezione del corso di educazione per gli adulti, il gruppo dei capifamiglia - un organo costituitosi dopo un lungo lavoro degli assistenti sociali - stabili di andare a Matera per protestare, presso i dirigenti degli enti, per la mancata attuazione di alcune opere e servizi, essenziali al buon funzionamento del borgo: si trattava in particolare dell'ufficio postale, del telefono, dei servizi di autobus per Matera; e inoltre all'aggiustamento di alcune abitazioni, della sistemazione delle strade e dell'invio nel borgo di artigiani, la cui assenza obbligava gli abitanti di La Martella alla totale dipendenza da Matera. Con grande soddisfazione dei capifamiglia riuniti (quella riunione durò fino alle due del mattino e tra l'altro i suoi partecipanti scrissero una lettera assai pertinente ai dirigenti di Matera sulla situazione del borgo), gli assistenti sociali, insieme al parroco, decisero di partecipare alla protesta: che si svolse cosi, la mattina del 3 febbraio, ordinatissima (anche perchè la polizia inviata da Matera, dove evidentemente era giunta notizia della manifestazione, non si incontrò con i dimostranti). Ma questo avvenimento provocò una violenta campagna giornalistica. [51] iblioteca Gino Bianco ,

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