Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

Editoriale Quando questa rivista è uscita per la prima volta abbianio detto schiettamente, senza mezzi termini e frasi involute, quello che pensavamo della situazione interna italiana, dello stato dei partiti, di tutto lo schieramen,to politico. Abbiamo detto che nel nostro paese le istituzioni democratiche erano fragilissime e che tutto lo sviluppo storico dell'Italia prefascista non era stato sufficiente a rafforzarle e che il fascismo aveva distrutto interamente o quasi l'opera con tanta fatica compiuta e aveva sterilizzato infiniti germi vitali. Abbiamo sottolineato anche, allora e numerose volte dopo, le minacce che venivano a queste istituzioni dalla politica di sottogoverno del partito di maggioranza, dall'eccessiva disinvoltura con cui si tendeva a sfasciare certe strutture e a dimenticare certi principi fondamentali dello Stato liberale da parte dello stesso partito di maggioranza; e le minacce che ve11ivano dalla pigrizia, dalla mancanza di reattività, da un fatalistico acco11ciarsia subi're, che caratterizzavano troppo spesso l'azione dei partiti di democrazia laica Ma già allora dicemmo - e abbiamo ripetuto molte volte - che consideravamo l'esistenza in ltali'a di un forte partito comunista una delle cause principali ( e insieme il sintomo più preoccupante) della precarietà della nostra vita democratica. E dobbiamo aggiungere oggz·che in quest'anno nulla è accaduto che potesse farci mutare opinione. Come democratici e come meridionalisti dobbiamo dire con tutta franchezza che i milioni di voti sterilizzati all'estrema sinistra sono un enorme passivo, sono un cancro che rode dall'interno le strutture democratiche, che ne impedz'sce la crescita e il rafforzamento, che fa/,sa interamente la dialettica della lotta politica italiana generando equivoci e confusioni di ogni genere, che ostacola finalmente la soluzione effettiva dei problemi di fondo della nostra [3] BibliotecaGino Bianco

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